cretaccioEx vite vita…Non è semplice vino, è il Casavecchia! E nell’Olimpo del Casavecchia è il “Cretaccio!! Dal disciplinare del Casavecchia si apprende che la denominazione d'origine controllata è riservata ai vini con determinate caratteristiche; nello specifico, si tratta di nettari ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione varietale: “Rosso” e “riserva”: Casavecchia n. minimo 85% e possono concorre altri vitigni a bacca rossa non aromatici idonei alla coltivazione per la Regione Campania, fino a un massimo del 15%. La zona di origine delle uve idonee a produrre il vino DOC “Casavecchia di Pontelatone” comprende l’intero territorio amministrativo del comune di Liberi e Formicola e parte dei comuni di Pontelatone, Caiazzo, Castel di Sasso, Castel Campagnano, Piana di Monte Verna e Ruviano, tutti in provincia di Caserta.

La storia popolare, molto diffusa nelle persone del luogo e riportata nel disciplinare, vuole che il Casavecchia abbia avuto origine da seme, nei pressi di un antico rudere del quale esistono ancora oggi i muri perimetrali, sito nei pressi della vecchia masseria denominata “Ciesi”, nel comune di Pontelatone a pochi passi dal braccio entroterra dell’antichissima via latina che dall’antica Capua portava ad Alife. Secondo il detto popolare fu un certo Scirocco Prisco, nato a Pontelatone nel 1875 e ivi morto nel 1962 (Archivio dell’Interdiocesi di Caiazzo) a rinvenire verso la fine del XIX secolo, nei pressi del citato rudere (di sua proprietà) la prima vite di Casavecchia. Egli stesso iniziò a riprodurla per propaggine e da qui si diffuse nei vicini comuni di Castel di Sasso, Formicola e Liberi. Sembra che la gente del posto iniziò a dire in gergo dialettale “l’uva e chella casa vecchia” da cui derivò il toponimo Casavecchia. Non mancano anche versioni alternative al detto popolare; si potrebbe pensare realmente ad una vite nata da seme molto tempo prima del suo rinvenimento ma anche all’ipotesi secondo la quale una popolazione del vitigno Casavecchia già era diffusa nella zona e che nei pressi del vecchio rudere un unica pianta sia sfuggita all’abbandono e alla successiva estinzione.

Nella coltivazione del Casavecchia è obbligatorio parlare dell’Azienda Agricola Vigne Chigi, nata a Pontelatone con l’intento di rinsaldare il legame con il passato, fra antiche discendenze e il richiamo ancestrale della terra. Una passione che negli anni ha trasformato i sogni di una famiglia in un’attività in continua crescita con l’obiettivo di rendere giustizia ad un prodotto e un territorio ricco di storia e cultura gastronomica.

E se il palato ha bisogno di estasi, impossibile non assaporare le note del Cretaccio, il vino prediletto dell’azienda Vigne Chigi, 100% Casavecchia che nasce nella vigna sita in località Cretaccio da cui prende il nome; i terreni prevalentemente argillosi danno al vino grande longevità e struttura. L’affinamento avviene in botti di rovere; al naso si avvertono subito sentori balsamici, frutti di bosco, pepe verde e cioccolato. Al palato è armonico, i tannini sono morbidi ed eleganti, la persistenza è lunga. Le uve raccolte vengono portate immediatamente in cantina dove vengono diraspate ed avviate alla fermentazione in tini d’acciaio dove macerano per 10-12 giorni. L’affinamento avviene in botti di rovere per 24 mesi. In bottiglia, prima della messa in commercio avviene un ulteriore affinamento di 12 mesi.
Il suo profilo organolettico è tracciato come vino di colore rosso rubino carico, con trama fitta, cristallino. A naso si percepiscono intensi e piacevoli sentori di gelso nero, carrube e caffè. In bocca è giustamente fresco, piacevolmente minerale, con interessanti sentori di frutta rossa ben matura, di mora, con un piacevolissimo finale di vaniglia e caffè. Trattasi di un vino dall’autorevole struttura, ma dotato di tannini rotondi e ben evoluti.
A tavola, si adatta a piatti saporiti, come braciola di manzo farcita, spezzatino di manzo con patate, baccalà alla siciliana, nonché cacciagione di pelo o di piuma, filetto di bufalo alla brace. Ideale su tutti i formaggi stagionati.

Non resta che provare il Cretaccio, magari approfittando di una passeggiata in azienda per una visita guidata ai vigneti e alle cantine, degustando un buon tagliere di salumi e formaggio Capotempo, altro gioiello di famiglia e lasciarsi condurre dai proprietari in un viaggio spirituale, nel gusto intenso della bevanda mistica, scorgendo i segreti di un nettare antico quanto il mondo, la cui bontà “stregata” è custodita nelle botti di rovere, custodite nel buio silente e religioso delle cantine delle Vigne Chigi.

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