In via Duomo, non lontano dal celeberrimo Museo Campano, ritroviamo il complesso monastico di San Gabriello. Luogo di culto dedicato all’arcangelo Gabriele, esso comprende la chiesa di S. Placida, il campanile e l’omonimo convento. La chiesa del monastero di S. Gabriello assunse il titolo di S. Placida in quanto all’ interno sono conservate, dal 1752, le spoglie imbalsamate della santa,contenute in un reliquiario in legno intagliato e dorato di notevole prestigio storico-artistico. La chiesa è in stile tardo barocco e ad oggi è una delle poche strutture capuane del XVIII secolo con elementi che si rifanno allo stile settecentesco. Proprio accanto alla chiesa sorge un antico convento, tra i più caratteristici della città, che ospitava le Monache Carmelitane Scalze, osservanti la regola di Santa Teresa. In esso, inoltre, molte volte soggiornò la regina Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo III di Borbone, come ricordato da alcune iscrizioni all’ingresso. L’elemento più interessante e caratteristico si eleva nel retro della chiesa: si tratta di un pregevole campanile a pianta quadrangolare, realizzato in laterizi alternati a blocchi in tufo. Molto probabilmente, la costruzione del campanile “nel mezzo del monastero”fu supervisionata da Luigi Vanvitelli. Nei sotterranei della chiesa sono presenti dei sedili-colatoio in muratura, che in passato costituivano il cosiddetto “putridarium” o “colatoio dei morti”, un ambiente funerario in cui i corpi defunti delle monache venivano collocati per il deflusso e per la raccolta dei liquidi cadaverici e dei resti in via di decomposizione. Una volta terminato il processo di putrefazione dei corpi, le ossa venivano raccolte, lavate e trasferite nella sepoltura definitiva dell’ossario, mentre i crani venivano posti su delle apposite mensole. Ad oggi molte aree del complesso sono state in parte recuperate, anche se il giardino appare completamente abbandonato a sé stesso. Una struttura del genere meriterebbe un’adeguata considerazione e valorizzazione, data la sua importanza e collocazione.
Fabrizio Ingicco 3ª Scientifico/B Liceo Salvatore Pizzi
