Ma tu vulive 'a pizza,'A pizza, 'a pizza Cu 'a pummarola 'ncoppa, Cu 'a pummarola 'ncoppa.Ma tu vulive 'a pizza 'A pizza, 'a pizza Cu 'a pummarola 'ncoppa 'A pizza e niente cchiù!. Nella celeberrima canzone di Aurelio Fierro, il cantante richiamava più volte “a pummarol” , un autentico oro rosso che da sempre caratterizza la pizza, uno dei piatti più amati al mondo. E oggi Daniele Lepore, eclettico e talentuoso pizzaiolo che a Capua ha eretto, con papà, mamma e sorella il suo “tempio” della pizza, al secolo Lepore&Farine, si è divertito a sfruttare il pomodoro in ben quattro varietà, per tirare fuori dal cilindro del suo estro la “tramonto nel piatto”. Una leggenda narra che una volta giunto in Europa dal Messico, il pomodoro venne accostato ad altre piante “malefiche” e giudicato negativamente durante i processi per stregoneria. Sarà per questo che Daniele la declinata in quattro varianti per realizzare “Tramonto nel Piatto”, una pizza squisita e succulenta che sa come corrompere e stregare anche i palati più esigenti.
Per prepararla Daniele utilizza il pomodoro a pacchetelle del piennolo del Vesuvio che si può conservare a lungo grazie alla sua buccia spessa. Tradizionalmente questi pomodori vengono raccolti a grappolo e appesi sui balconi, prendendo in questo modo il nome di Piennolo. Su questa pizza, il piennolo viene utilizzato a pacchetelle, che rappresenta il vecchio sistema utilizzato soprattutto dalle donne dell’area vesuviana per conservare il pomodoro. L’obiettivo era quello di mantenere il più a lungo possibile inalterati sapori e odori del pomodoro. Secondo pomodoro è quello giallo, dalla forma piccola e tonda non ben definita e uniforme, si caratterizza per il colore giallo intenso, il sapore dolce e la bassa presenza di acidità. Poi il pomodorino di Corbara, di colore rosso intenso a forma allungata periforme, dal gusto agro dolce; una varietà storica e di antiche tradizioni. E per finire il pomodoro San Marzano, dal colore rosso brillante, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche, che vengono esaltate dalla trasformazione in "pelato". Completano il capolavoro il fior di latte e il pecorino romano. All’uscita dal forno, il suggello viene dato dall’olio extravergine di oliva e una foglia di basilico. Ma c’è anche un’altra leggenda, quella che lega il pomodoro al cardinale Richelieu, che ne ricevette in omaggio quattro piantine e durante i banchetti il frutto rosso veniva messo a decorazione delle pietanze come simbolo della grandezza dei cardinali. In una versione decisamente più moderna, Daniele celebra la bontà del pomodoro con una delle sue pizze, a testimonianza della grandezza del frutto rosso, a metà tra un angelo e un demone della tavola.