Torni a casa dopo aver fatto la spesa, prendi un bel respiro prima di rialzare la mascherina e scendere dall’auto, e ti ritrovi il percorso ostacolato da… vestiti?
C’è da dire che per lo meno sono colorati: danno un tocco modaiolo all’isolata strada di periferia che è la prima traversa a destra di corso Vittorio Emanuele, a Casaluce. Con il giusto gioco di ombre e luci, ne potrebbe uscire uno scatto di arte contemporanea.
Ironia a parte, verrebbe da chiedersi le ragioni per cui lasciare un bustone di vestiti che non servono più nel bel mezzo di una strada privata possa sembrare una buona idea.
La componente cane randagio che lo distrugge disseminando gli abiti in giro – ammesso che sia stato un cane a farlo – non ci sorprende più di tanto: magari il vagabondo cercava qualcosa da mettere sotto i denti e, ritrovandosi di fronte una massa di vestiti, è rimasto deluso anche lui.
Più di tutto a disturbare il cittadino è il fatto che quei vestiti non siano ancora stati tolti: se si prova a chiedere in giro, la risposta ottenuta sarà che sono giorni ormai che sono lì. Giorni che il servizio di nettezza urbana guarda e sorpassa.
E dire che qualche anno fa Casaluce aveva miracolosamente visto l’installazione di raccoglitori di indumenti usati distribuiti per il paese, uno in particolare proprio a qualche metro dalla prima traversa di corso Vittorio Emanuele. Raccoglitore di cui, adesso, non c’è più traccia.
Casaluce, dalla caduta dell’Amministrazione a dicembre 2020, è in balia di se stessa. Non c’è cura dell’ambiente né manutenzione delle strade, e viene da chiedersi a questo punto quanto bisognerà attendere prima che quei rifiuti vengano tolti. Una settimana? Un mese? Forse non verranno tolti e basta?
Nell’attesa di un intervento che pare debba scendere dal cielo, che livelli raggiungerà l’inciviltà a Casaluce?
Antonia Messina