In occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Cittadinanza attiva ha organizzato una manifestazione a Castel Volturno, che ha coinvolto associazioni, singoli cittadini e rappresentanti delle istituzioni.
Con lo slogan #IoNonStoZitta, uomini, donne e bambini hanno manifestato partendo da Piazza Castello passando per Piazza Annunziata e giungendo in Piazza 8 ottobre 1943. Durante il corteo, che ha avuto inizio alle ore 18.30, sono state lette testimonianze di donne vittime di violenza, a cui hanno fatto seguito riflessioni e preghiere. I partecipanti hanno esposto cartelli, acceso candele in ricordo di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di femminicidio, alle quali è stato dedicato un minuto di rumore.
“Sono contenta che anche Castel Volturno sia riuscita a dare un segnale forte contro questa terribile piaga sociale. Oggi siamo qui perché non è più accettabile che venga uccisa una donna ogni 3 giorni. Per noi è essenziale la prevenzione, fondamentale per incidere su un fenomeno di natura culturale, trasversale a titolo di studio, cittadinanza ed età. Va contrastata la cultura tossica della sopraffazione.”
Queste le parole della dott.ssa Leda Tonziello, promotrice ed organizzatrice dell'iniziativa, che ha precisato: "Il nodo principale per sradicare la violenza resta la necessità di riconoscerla subito. Un’azione tempestiva è indispensabile per salvare una vita e quindi anch'io mi unisco all'appello di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, e vi chiedo di essere più attenti a ciò che ci accade intorno, ad essere meno timorosi ed omertosi, e di denunciare al primo e fondato campanello d'allarme. In questi anni abbiamo lavorato nelle scuole per sensibilizzare i più giovani, abbiamo fatto proposte, progetti per fondi PNRR - come centro antiviolenza e case rifugio - su beni confiscati alla camorra, ma per quando vedremo realizzate queste opere passerà ancora altro tempo, tempo che in una situazione emergenziale come questa, non abbiamo. Per questo motivo chiedo alle istituzioni di creare dei punti d’ascolto gratuiti con esperti su tutto il territorio comunale, sia per supportare le vittime che per aiutare i responsabili. Quest'ultima attività spesso viene trascurata, invece è necessaria per affrontare il problema a tutto tondo, poiché non vanno aiutate solo le donne ad uscire da queste trappole infernali ma anche gli uomini che le hanno costruite, vittime a loro volta di una società che non li ha educati al rispetto e alla non violenza.
Ringrazio tutti i presenti, un ringraziamento particolare al comandante della polizia municipale De Simone, e al prof. Caprio, Damiana Intravaja, Antonio Portaro, Nicola Campomor, Anna Esposito che mi hanno aiutato ad organizzare la manifestazione."
Con lo slogan #IoNonStoZitta, uomini, donne e bambini hanno manifestato partendo da Piazza Castello passando per Piazza Annunziata e giungendo in Piazza 8 ottobre 1943. Durante il corteo, che ha avuto inizio alle ore 18.30, sono state lette testimonianze di donne vittime di violenza, a cui hanno fatto seguito riflessioni e preghiere. I partecipanti hanno esposto cartelli, acceso candele in ricordo di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di femminicidio, alle quali è stato dedicato un minuto di rumore.
“Sono contenta che anche Castel Volturno sia riuscita a dare un segnale forte contro questa terribile piaga sociale. Oggi siamo qui perché non è più accettabile che venga uccisa una donna ogni 3 giorni. Per noi è essenziale la prevenzione, fondamentale per incidere su un fenomeno di natura culturale, trasversale a titolo di studio, cittadinanza ed età. Va contrastata la cultura tossica della sopraffazione.”
Queste le parole della dott.ssa Leda Tonziello, promotrice ed organizzatrice dell'iniziativa, che ha precisato: "Il nodo principale per sradicare la violenza resta la necessità di riconoscerla subito. Un’azione tempestiva è indispensabile per salvare una vita e quindi anch'io mi unisco all'appello di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, e vi chiedo di essere più attenti a ciò che ci accade intorno, ad essere meno timorosi ed omertosi, e di denunciare al primo e fondato campanello d'allarme. In questi anni abbiamo lavorato nelle scuole per sensibilizzare i più giovani, abbiamo fatto proposte, progetti per fondi PNRR - come centro antiviolenza e case rifugio - su beni confiscati alla camorra, ma per quando vedremo realizzate queste opere passerà ancora altro tempo, tempo che in una situazione emergenziale come questa, non abbiamo. Per questo motivo chiedo alle istituzioni di creare dei punti d’ascolto gratuiti con esperti su tutto il territorio comunale, sia per supportare le vittime che per aiutare i responsabili. Quest'ultima attività spesso viene trascurata, invece è necessaria per affrontare il problema a tutto tondo, poiché non vanno aiutate solo le donne ad uscire da queste trappole infernali ma anche gli uomini che le hanno costruite, vittime a loro volta di una società che non li ha educati al rispetto e alla non violenza.
Ringrazio tutti i presenti, un ringraziamento particolare al comandante della polizia municipale De Simone, e al prof. Caprio, Damiana Intravaja, Antonio Portaro, Nicola Campomor, Anna Esposito che mi hanno aiutato ad organizzare la manifestazione."