capua 250225COggi 25 febbraio 2025 presso l’Istituto Federico II si è tenuto il secondo incontro organizzato dal Comune di Capua del progetto “Oltre il 25 novembre”, laboratorio formativo e informativo contro la violenza di genere a cui hanno partecipato in rete tutte le scuole 2°di secondo grado di Capua. La Dirigente Scolastica dell'ISIS Federico II, la prof.ssa Ida Russo, insieme al gruppo di studenti seguiti dai prof. Sergiano Anna, Parente Carmela e Cafaro Giovanni, che collaborano da anni anche con la Cooperativa Eva (che si occupa di centri antiviolenza e di legalità), hanno subito aderito all'importante iniziativa e questa mattina hanno accolto nell’istituto alunni e docenti rappresentanti delle diverse scuole superiori cittadine che hanno partecipato all’incontro PARLAMI D’AMORE, dibattito sulla violenza di genere. Sono intervenute la vicesindaca Marisa Giacobone, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Capua e la dott.ssa Concetta Gentili, consigliera comunale, e ha coordinato la discussione la dott.ssa Arianna Corrente, formatrice public speaking ed esperta in comunicazione. Proprio quest’ultima ha posto l’accento sul linguaggio sessista e violento dimostrando ai ragazzi come tanti testi di canzoni a loro note riportano frasi veramente oltraggiose e scandalose per l’uso aggressivo delle parole e degli stereotipi che riguardano le donne specialmente. Inconsapevolmente dalla nascita ci portiamo addosso il peso di questi cliché – ha evidenziato la Dirigente Ida Russo – ma parlarne coi ragazzi, affrontare prontamente queste tematiche a scuola aiuta le nuove generazioni a comprendere i cambiamenti della società e ad accettarli. Attraverso le canzoni, afferma la dott.ssa Corrente, proviamo emozioni forti, ma troppo spesso i testi attuali di alcuni generi musicali quali la trap, mostrano la povertà intellettuale di chi dipinge uomini e donne in modi cristallizzati da secoli: la virilità e la fragilità, la superiorità e la subalternità, come se la relazione uomo-donna fosse sempre e solo basata su rapporti dicotomici e mai due mondi che possono unirsi. E allora le parole diventano pallottole, feriscono e fanno male, e soprattutto veicolano ai giovani messaggi feroci e violenti. La scuola ha il compito quindi di provvedere ad aiutarli a capire, a trascrivere i loro sentimenti e le emozioni traducendole in positività e in parole d’amore.
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