FOTO PER ARTICOLO 26 FEBBRAIOQuando inizia un nuovo anno e le festività natalizie sono ormai un ricordo, è sempre difficile immaginare cosa ci riserveranno i mesi a venire, ma quasi all'improvviso riaffiora un nuovo spirito di gioia e divertimento: il Carnevale, con i suoi scherzi e i suoi sfavillanti costumi. È proprio in questo periodo che, specialmente da bambini, tornare a casa stanchi da scuola e trovare, quasi per sorpresa, una teglia di chiacchiere, magari anche glassate, diventa un piccolo rituale che sa di dolcezza.
A tutto ciò si aggiungono le tradizioni folkloristiche della nostra provincia, che rendono questo periodo ancora più speciale: Pulcinella, la pastellessa, a' morte e zi Vicienzo, e, naturalmente, i carri allegorici, che colorano le strade e riempiono di allegria ogni angolo del nostro territorio.
Il tema che verrà approfondito oggi ha un ritmo incalzante che tutti conosciamo, scritto nel DNA del buon casertano: bumm-bumm, dum-dum, bumm-bumm.
Ci troviamo nel XVIII secolo, quando in un piccolo paese prevalentemente formato da contadini e artigiani venivano percosse botti, tini e falci con magli, mazze e ferri, creando un rumore assordante. Secondo una leggenda popolare, il rito nacque per "scacciare il male", con i contadini che, percuotendo freneticamente gli attrezzi, cercavano di allontanare gli spiriti maligni dalle cantine. Successivamente, questa pratica è stata ripetuta all'aperto come auspicio per un buon raccolto.
Arrivati a questo punto, nasce spontanea una domanda: dove ci troviamo esattamente? La risposta è Macerata Campania, un comune di circa 10.000 abitanti, confinante con Santa Maria Capua Vetere.
Lì, la pastellessa è inevitabilmente legata alla festa di Sant'Antuono, divenendo parte integrante del culto del santo. Infatti il termine “pastellessa” deriva da una specialità tipica della cucina povera: la past' e 'llessa (o past' e 'llesse), ovvero la pasta con le castagne lesse, piatto tradizionale della festa, sottolineando il legame tra la musica e le celebrazioni.
Attenzione però, come ben sappiamo, i bottari non escono solo in occasione della festa religiosa, ma anche durante il Carnevale, per portare energia positiva alla comunità.
Rientrando da questo viaggio nel tempo e nella storia siamo felici di poter dire che all’interno del nostro istituto ci sono giovani che fanno parte di diverse Battuglie e che portano avanti questa magica usanza tutta nostrana.
In conclusione, sebbene la pastellessa e i bottari siano tradizioni saldamente radicate in località specifiche, è bello notare come esse risuonino nel cuore di tutti.
Ciò che rende queste tradizioni davvero speciali non è solo la loro storia, ma la straordinaria capacità di unire le comunità, facendo sentire ciascuno parte di un grande e condiviso racconto collettivo. Un racconto che, anno dopo anno, continua a vivere nei suoni e nei sorrisi di chi, ancora oggi, custodisce con gioia e passione questi momenti di festa e spensieratezza.

Carnevale di Capua 2025
Come l’anno scorso anche noi del Garofano parteciperemo a questa grande festa che ha radici radicate oltre 100 anni fa.

- Giovedì 27 febbraio, ore 16:30 – 18:30, sfilata inaugurale!

BUON CARNEVALE A TUTTI!

Luca Sgagliola IV^A
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