In occasione della ricorrenza annuale della Giornata della Memoria, è bene ricordare come rendere questo viaggio, tra storia e ricordi, ancora più intenso, riscoprendo i frammenti di questa sezione indelebile della storia dell’umanità, sparsi sul nostro territorio. Diamo un’occhiata a quello che si cela dietro la cittadina di Capua.
La Chiesa di San Martino alla Giudea, in Via S. Martino alla Giudea, è la chiesa più antica della città. Il solo nome rimanda alla presenza del ghetto ebraico istituito a Capua nel 1375 e rimastovi fino al 1540. L’edificio fu soggetto ad innumerevoli restaurazioni, soprattutto per mano dei monaci Cistercensi che modificarono completamente la chiesa e adibirono a monastero la casa che si trova nella strada vicina, l’odierna S. Maria della Ferrara, denominata in passato ‘Quartiere della rogna’. La struttura, nonostante i numerosi rifacimenti, conserva ancora un umile fascino architettonico. In realtà è tutto il comune ad aver una connessione con l’ebraismo. Nel 1509 le comunità ebraiche erano obbligate ad indossare un segno distintivo, grazie al quale non potevano essere esonerati da nessun pubblico ufficiale. Il viceré di Napoli, Don Giovanni d’Aragona, decise, inoltre, che ci sarebbero state gravi punizioni contro gli elusori in questi termini. E’ sorprendente quindi, come anche solo una fugace occhiata alla nostra città, possa avvicinarci così tanto a pezzi di storia che sembrano, talvolta, troppo distanti dalla nostra realtà: una ‘presa di coscienza’ sul sangue versato, sui bambini ‘fantasma’, sull’odio seminato, che si raccontano in questa giornata.
Francesca Mastropietro, 3SCOD, Liceo Pizzi
Cronisti di Classe 2021/22