Giovedì 17 novembre ore 11.30. Videoconferenza di Renato Colucci, glaciologo dell’Università di Trieste, con gli studenti del liceo Pizzi di Capua, sui rischi del riscaldamento globale che riguardano direttamente il nostro Paese.
E’ un appuntamento del ciclo La Scienza a Scuola di Zanichelli. Video-incontri con ricercatori e personalità del mondo scientifico e licei ed istituti di diverse regioni italiane per raccontare a studenti e insegnanti le storie di chi lavora alle frontiere della ricerca. Sono storie che comunicano passione per la scienza e danno idee su cosa sappiamo e su che cosa stiamo per scoprire in matematica, fisica, chimica, biologia e medicina con particolare attenzione agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Gli incontri sono riservati agli studenti e ai docenti delle singole scuole.
Gli eventi drammatici occorsi in Marmolada nel corso dell’estate 2022, caratterizzata da condizione meteorologiche estreme direttamente collegate al riscaldamento globale, hanno colpito tutti noi.
Come forse mai prima d’ora il grande pubblico si è reso conto di come la criosfera alpina e globale, ossia tutta quella porzione terrestre caratterizzata dalla presenza di ghiaccio e/o temperature al di sotto degli zero gradi Celsius, sia particolarmente sensibile agli effetti di un clima che è già cambiato e continuerà a farlo.
Un ghiacciaio che scompare, può farlo gradualmente e senza rischi particolari, oppure può collassare in pochi secondi creando situazioni di rischio estremo.
Le modalità e la rapidità con la quale il ghiaccio sulle Alpi scompare, così come nel resto del mondo, dipendono da svariati fattori ma i parametri meteo-climatici sono quelli più importanti e che influenzano quella che viene chiamata la Linea di Equilibrio dei ghiacciai. Inoltre, aree anche molto distanti tra loro possono influenzarsi fortemente portando ad amplificare gli effetti iniziali, come il caso dell’Artico che si sta riscaldando a velocità anche quattro volte superiori alla media globale.
Ne parla il glaciologo Renato Colucci nella videoconferenza “"Quanti e quali ghiacciai rimarranno sulle Alpi nei prossimi decenni?".
Come forse mai prima d’ora il grande pubblico si è reso conto di come la criosfera alpina e globale, ossia tutta quella porzione terrestre caratterizzata dalla presenza di ghiaccio e/o temperature al di sotto degli zero gradi Celsius, sia particolarmente sensibile agli effetti di un clima che è già cambiato e continuerà a farlo.
Un ghiacciaio che scompare, può farlo gradualmente e senza rischi particolari, oppure può collassare in pochi secondi creando situazioni di rischio estremo.
Le modalità e la rapidità con la quale il ghiaccio sulle Alpi scompare, così come nel resto del mondo, dipendono da svariati fattori ma i parametri meteo-climatici sono quelli più importanti e che influenzano quella che viene chiamata la Linea di Equilibrio dei ghiacciai. Inoltre, aree anche molto distanti tra loro possono influenzarsi fortemente portando ad amplificare gli effetti iniziali, come il caso dell’Artico che si sta riscaldando a velocità anche quattro volte superiori alla media globale.
Ne parla il glaciologo Renato Colucci nella videoconferenza “"Quanti e quali ghiacciai rimarranno sulle Alpi nei prossimi decenni?".
Renato Colucci. Docente di glaciologia presso l'Università degli Studi di Trieste. Afferisce come Ricercatore all'Istituto di Scienze Polari dal novembre 2020.
Ha conseguito un Master in Geologia (2009) e un PhD in Scienze Ambientali (2013) durante il quale ha affinato le sue competenze presso lo University Center in Svalbard (UNIS). Lavora al CNR dal 2001 dopo aver lavorato nello staff tecnico dell'Istituto Talassografico di Trieste (2001-2004) e presso l'Istituto di Scienze Marine (2004-2020) nel Gruppo di Ricerca Clima e Paleoclima. Dal 2015 è anche Professore a contratto di Glaciologia presso il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell'Università degli Studi di Trieste.
La sua ricerca è incentrata sulle interazioni tra la criosfera (ghiacciai, permafrost, grotte di ghiaccio) e il clima, dalla fine dell'ultimo massimo glaciale all'Olocene. Gli argomenti chiave della sua attività di ricerca sono la geomorfologia glaciale e periglaciale, la glaciologia, il monitoraggio meteorologico / climatico con particolare attenzione alle aree alpine di alta quota, la geologia del quaternario, i depositi di ghiaccio nelle grotte. Ha preso parte a diverse spedizioni scientifiche in Antartide (2015 e 2016) con il British Antarctic Survey, in Pakistan-Karakorum (2013) e nelle Ande cilene (2012). Nel 2014-2017 è stato membro del Consiglio Direttivo della European Meteorological Society. E’ Presidente della Società Meteorologica Alpino-Adriatica.
Ha conseguito un Master in Geologia (2009) e un PhD in Scienze Ambientali (2013) durante il quale ha affinato le sue competenze presso lo University Center in Svalbard (UNIS). Lavora al CNR dal 2001 dopo aver lavorato nello staff tecnico dell'Istituto Talassografico di Trieste (2001-2004) e presso l'Istituto di Scienze Marine (2004-2020) nel Gruppo di Ricerca Clima e Paleoclima. Dal 2015 è anche Professore a contratto di Glaciologia presso il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell'Università degli Studi di Trieste.
La sua ricerca è incentrata sulle interazioni tra la criosfera (ghiacciai, permafrost, grotte di ghiaccio) e il clima, dalla fine dell'ultimo massimo glaciale all'Olocene. Gli argomenti chiave della sua attività di ricerca sono la geomorfologia glaciale e periglaciale, la glaciologia, il monitoraggio meteorologico / climatico con particolare attenzione alle aree alpine di alta quota, la geologia del quaternario, i depositi di ghiaccio nelle grotte. Ha preso parte a diverse spedizioni scientifiche in Antartide (2015 e 2016) con il British Antarctic Survey, in Pakistan-Karakorum (2013) e nelle Ande cilene (2012). Nel 2014-2017 è stato membro del Consiglio Direttivo della European Meteorological Society. E’ Presidente della Società Meteorologica Alpino-Adriatica.
L’appuntamento fa parte del ciclo La Scienza a Scuola di Zanichelli. Video-incontri con ricercatori e personalità del mondo scientifico per licei ed istituti di diverse regioni italiane per raccontare a studenti e insegnanti le storie di chi lavora alle frontiere della ricerca. Sono storie che comunicano passione per la scienza e danno idee su cosa sappiamo e su che cosa stiamo per scoprire in matematica, fisica, chimica, biologia e medicina con particolare attenzione agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.