Una rappresentanza di ragazzi del Liceo Garofano ha partecipato con entusiasmo all’evento conclusivo del festival Laudato sì, proposto dall’arcivescovo Mons. Pietro Lagnese, sui territori diocesani di Capua e Caserta.
Il quadriportico della Cattedrale risuonava di musica festante mentre accoglieva gli studenti oltre che del Garofano anche di altri istituti superiori capuani: ciò ha reso il momento ancora più particolare perché si è sperimentato un clima di unione tra ragazzi, docenti e dirigenti scolastici.
La prof.ssa Giacobone, in veste di vice sindaco, ha salutato i ragazzi, l’Arcivescovo, i dirigenti ed i docenti accompagnatori.
Il responsabile dell’ufficio giovani dell’Arcidiocesi di Capua, Padre Jacopo, ha proposto una riflessione ispirata al Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.
In cattedrale l’orchestra del Liceo Musicale Garofano, diretta dal prof. Giancarlo Perna, ha accolto i partecipanti.
L’Arcivescovo, dopo i complimenti ai ragazzi dell’orchestra, ha ringraziato i dirigenti ed i docenti per aver accolto il suo invito. Richiamando la vita del Serafico Francesco d’Assisi, ha sottolineato l’amore che ha accompagnato l’intera sua esistenza, un amore che deriva dalla fede in Cristo che lo portò a diventare un Alter Cristus. Il tema del festival, ha ricordato l’Arcivescovo, la speranza, fa pensare ai giovani perché essa è giovane. Infine un auspicio: attraverso il festival Laudato sì si possa riprendere a seminare la Speranza e rendere la casa comune un luogo bello per noi e per chi verrà dopo di noi. In una parola, diventare Custodi del Creato.
Dal canto suo, la dirigente scolastica del Liceo Garofano, prof.ssa Mariachiara Menditto, ringraziando l’Arcivescovo per la bella occasione proposta alle scuole del territorio, ha sottolineato che la tutela del creato coinvolge tutti, giovani e meno giovani: è una responsabilità collettiva. Ha sottolineato l’importanza per tutte le scuole di ritrovarsi assieme in un unico luogo uniti da obiettivi comuni. Sono temi, ha continuato, che si intrecciano con la didattica, la formazione delle generazioni future e del loro pensiero, per rendere il mondo una casa accogliente per tutti e ciascuno.
Frate Francesco Zecca, direttore dell’ufficio giustizia, pace e integrità dei frati minori, rivolgendosi ai ragazzi, ha consegnato loro cinque parole: sguardo, che deve passare dal guardare solo sé stesso ed il proprio benessere a guardare anche gli altri. A Francesco è capitato durante la sua prigionia. La seconda parola è Vulnerabilità cioè essere fragili. Stando alle fonti francescane, Francesco scrive il Cantico delle Creature due anni prima della sua morte mentre si trovava in uno stato di grande sofferenza fisica, ammalato e cieco. In quel momento, nel picco di maggiore sofferenza, compose il suo Cantico. Da qui l’invito a non eliminare i limiti umani. La vulnerabilità ci indica che tutti siamo interdipendenti: l’ombelico, questo marchio che tutti abbiamo sul nostro corpo, ci dice che esistiamo grazie ad una relazione e ciò insegna che tutti abbiamo bisogno degli altri per vivere, che non ci facciamo da soli.
La Terza parola è la Cura. Prendersi cura di sé e degli altri, dei piccoli, degli ammalati per far fiorire tutte le potenzialità racchiuse anche in chi vive una fragilità. La quarta parola è Rivoluzione. Intesa come passaggio dall’essere dittatori a custodi. La quinta parola è Impegno nella costruzione di una coscienza ecologica, per diventare protagonisti del cambiamento: da una città di morte alla vita.
L’auspicio di padre Jacopo a continuare questo discorso all’interno degli istituti scolastici con iniziative e collaborazione con la pastorale giovanile e l’ufficio scuola e la splendida esecuzione del brano I will follow Him nella versione del film Sister act hanno suggellato una costruttiva mattinata.
Il quadriportico della Cattedrale risuonava di musica festante mentre accoglieva gli studenti oltre che del Garofano anche di altri istituti superiori capuani: ciò ha reso il momento ancora più particolare perché si è sperimentato un clima di unione tra ragazzi, docenti e dirigenti scolastici.
La prof.ssa Giacobone, in veste di vice sindaco, ha salutato i ragazzi, l’Arcivescovo, i dirigenti ed i docenti accompagnatori.
Il responsabile dell’ufficio giovani dell’Arcidiocesi di Capua, Padre Jacopo, ha proposto una riflessione ispirata al Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.
In cattedrale l’orchestra del Liceo Musicale Garofano, diretta dal prof. Giancarlo Perna, ha accolto i partecipanti.
L’Arcivescovo, dopo i complimenti ai ragazzi dell’orchestra, ha ringraziato i dirigenti ed i docenti per aver accolto il suo invito. Richiamando la vita del Serafico Francesco d’Assisi, ha sottolineato l’amore che ha accompagnato l’intera sua esistenza, un amore che deriva dalla fede in Cristo che lo portò a diventare un Alter Cristus. Il tema del festival, ha ricordato l’Arcivescovo, la speranza, fa pensare ai giovani perché essa è giovane. Infine un auspicio: attraverso il festival Laudato sì si possa riprendere a seminare la Speranza e rendere la casa comune un luogo bello per noi e per chi verrà dopo di noi. In una parola, diventare Custodi del Creato.
Dal canto suo, la dirigente scolastica del Liceo Garofano, prof.ssa Mariachiara Menditto, ringraziando l’Arcivescovo per la bella occasione proposta alle scuole del territorio, ha sottolineato che la tutela del creato coinvolge tutti, giovani e meno giovani: è una responsabilità collettiva. Ha sottolineato l’importanza per tutte le scuole di ritrovarsi assieme in un unico luogo uniti da obiettivi comuni. Sono temi, ha continuato, che si intrecciano con la didattica, la formazione delle generazioni future e del loro pensiero, per rendere il mondo una casa accogliente per tutti e ciascuno.
Frate Francesco Zecca, direttore dell’ufficio giustizia, pace e integrità dei frati minori, rivolgendosi ai ragazzi, ha consegnato loro cinque parole: sguardo, che deve passare dal guardare solo sé stesso ed il proprio benessere a guardare anche gli altri. A Francesco è capitato durante la sua prigionia. La seconda parola è Vulnerabilità cioè essere fragili. Stando alle fonti francescane, Francesco scrive il Cantico delle Creature due anni prima della sua morte mentre si trovava in uno stato di grande sofferenza fisica, ammalato e cieco. In quel momento, nel picco di maggiore sofferenza, compose il suo Cantico. Da qui l’invito a non eliminare i limiti umani. La vulnerabilità ci indica che tutti siamo interdipendenti: l’ombelico, questo marchio che tutti abbiamo sul nostro corpo, ci dice che esistiamo grazie ad una relazione e ciò insegna che tutti abbiamo bisogno degli altri per vivere, che non ci facciamo da soli.
La Terza parola è la Cura. Prendersi cura di sé e degli altri, dei piccoli, degli ammalati per far fiorire tutte le potenzialità racchiuse anche in chi vive una fragilità. La quarta parola è Rivoluzione. Intesa come passaggio dall’essere dittatori a custodi. La quinta parola è Impegno nella costruzione di una coscienza ecologica, per diventare protagonisti del cambiamento: da una città di morte alla vita.
L’auspicio di padre Jacopo a continuare questo discorso all’interno degli istituti scolastici con iniziative e collaborazione con la pastorale giovanile e l’ufficio scuola e la splendida esecuzione del brano I will follow Him nella versione del film Sister act hanno suggellato una costruttiva mattinata.
Prof.ssa Assunta Scialdone