20231228 201933Si è tenuto ieri sera alle 21 il concerto della Messa di Gloria del compositore capuano Giuseppe Martucci. Molti i presenti accorsi all’evento con il patrocinio del Comune di Capua ed il Museo Campano. Si è esibito il coro del Conservatorio di Roma Giuseppe Verdi e l’orchestra Sinfonica Kazaka di Pavlodar. Nelle parti solistiche Marco Santarelli - tenore I, David Sotgiu - tenore II, Massimo Simeoli -baritono e Andrea D‟Amelio – basso. Orchestra e coro diretti dal M Paolo Scibilia.
Tra la vastissima produzione di Giuseppe Martucci, risultava del tutto introvabile la sua “Messa a Grande Orchestra e Coro Virile”. Si tratta di una composizione giovanile di G. Martucci, appena quattordicenne, riferita al periodo degli studi presso l‟allora Real Collegio di Musica in Napoli (oggi Conservatorio Statale di Musica “S. Pietro a Majella” di Napoli) e composta nell‟arco di tempo che va da novembre 1870 a marzo 1871, con allora suo docente del corso di composizione, M.stro Paolo Serrao. Nel catalogo delle opere è indicata come inedita e senza numero d‟opera.1 La Messa datata 1871 porta l‟indicazione di una possibile revisione o rivisitazione nel 1886, ma si tratta probabilmente di una semplice supposizione o congettura, desunta da una lettera di G. Martucci al marchese Luigi Filiasi durante il periodo di residenza bolognese (Bologna, 31 dicembre 1886. “Non è molto che ho scritto due pezzi per pianoforte solo ed uno per violino e pianoforte; ora sono intorno ad un poemetto per canto e piano, e dopo mi occuperò della messa di gloria che i bolognesi aspettano per la festa dell‟anno venturo in S. Petronio). La Messa con orchestra e coro virile, si compone di 7 numeri: Kyrie (11 nov. 1870) coro e orchestra/ Gloria (3 dic. 1870) coro e orchestra / Laudamus te (7 gen. 1871) T solo, orchestra e Arpa / Domine Deus (3 feb. 1871) Terzetto 2T, B, orchestra / Qui tollis (26 feb. 1871) B, coro e orchestra / Quoniam (7 mar. 1871) Duetto T, B e orchestra / Cun sancto spiritu (14 mar. 1871) coro e orchestra. L‟importanza del‟opera risiede nel fatto che esso risulta essere l‟unica composizione di genere sacro - sinfonico scritta da Giuseppe Martucci e mai eseguite, né privatamente che pubblicamente, tanto durante il periodo di vita dello stesso autore che successivamente. Il lavoro proposto si basa sull‟unico manoscritto esistente al mondo, custodito presso il Museo Provinciale Campano di Capua. L‟opera inedita è stata presa in esame, trascritta in notazione moderna e pubblicata, in prima edizione assoluta e critica, su iniziativa della Società dei Concerti di Sorrento e della Casa Editrice “Vigor Music”, a cura dei M.tri Gabriele Mendolicchio e Paolo Scibilia, su autorizzazione e collaborazione del Museo Provinciale Campano di Capua.
Il Compositore
Giuseppe Martucci (Capua 1856 - Napoli 1909). musicista italiano, compositore, pianista e direttore d'orchestra italiano, è tra le più insigni figure della scuola musicale napoletana e della scena musicale italiana ed europea della seconda metà dell‟Ottocento. Studiò dapprima con il padre, poi al conservatorio di Napoli con B. Cesi, M. Costa, P. Serrao e L. Rossi. Esordì come concertista di pianoforte nel 1875 con un giro in Francia, Germania e Gran Bretagna. Nel 1880, nominato insegnante di pianoforte al conservatorio di Napoli, fondò l'Orchestra napoletana. Dal 1886 al 1902 fu direttore del Liceo musicale di Bologna, e promosse in questa città la cultura sinfonica e teatrale, tra l'altro dirigendo per la prima volta in Italia il Tristano e Isotta di R. Wagner. Dal 1902 fu direttore del conservatorio di Napoli. Tra le sue varie attività musicali, primeggiò la pianistica. Fu pure eccellente come direttore d'orchestra e insegnante. Come compositore, Martucci, che pure va riconosciuto come il maggior esponente della musica strumentale italiana del suo tempo, non raggiunse larga popolarità a causa della sua adesione alle forme della grande strumentalità germanica. Non gli mancarono però altezza di pensiero musicale e forza di impegno architettonico, come si nota nelle due sinfonie (in re minore, eseguita a Milano nel 1895, e in fa maggiore, ibid. 1904), nel Concerto per pianoforte e orchestra, nel Quintetto, nei due Trii e nella restante musica da camera, oltre che nella pianistica (6 voll.) e nelle liriche per canto e pianoforte. La sua fama è anche legata al suo impegno per il rinnovamento della cultura musicale italiana; contribuì notevolmente alla diffusione in Italia delle opere di Ludwig van Beethoven, di Robert Schumann, di Johannes Brahms, di Liszt, di Wagner, di César Franck, Vincent d'Indy, Édouard Lalo e di molti altri musicisti europei. Nel 1880 fu nominato docente al Conservatorio di Napoli, dal 1886 fu direttore del Conservatorio di Bologna, dove ebbe come allievo prediletto il pianista Guido Alberto Fano, per poi ricoprire la stessa carica nuovamente a Napoli dal 1902; tra i suoi allievi si ricorda in particolare modo Ottorino Respighi per la composizione e Giovanni Anfossi (maestro di Arturo Benedetti Michelangeli) per il pianoforte. Martucci fu tra i pochi autori italiani del suo tempo a non comporre opere teatrali, questo per evidente reazione al mondo musicale italiano dell'epoca, ancora orientato in modo quasi esclusivo verso il melodramma; ciononostante, Martucci fu tra gli artefici della prima esecuzione in Italia del Tristano e Isotta di Richard Wagner, avvenuta a Bologna nel 1888. Alcuni degli oggetti e dei documenti a lui appartenuti sono al Centro Studi Martucciani e conservati al Museo Provinciale Campano, nella sua cittadina natale.
La sua musica
Il suo stile compositivo risente soprattutto della musica romantica centroeuropea, con punti di riferimento principali in Brahms, Schumann e Wagner, ma ciò non gli impedì di sviluppare tematiche personali, più vicine alla cultura popolare italiana. In merito a tale dualismo (sinfonismo nordico e cantabilità latina), appare davvero paradigmatico il famoso Notturno in sol bemolle op. 70 (originariamente per piano, poi orchestrato), nel quale è possibile ravvisare una cantabilità crepuscolare e sensuale (benché controllata), la quale - grazie anche al magnifico timbro degli archi - sembra preannunciare alcune celebri melodie di Mascagni, Puccini e Cilea, nonché certe atmosfere mahleriane. La sua musica ha trovato uno strenuo sostenitore nel celebre direttore d'orchestra Arturo Toscanini, che spesso eseguì nei suoi programmi concertistici i lavori sinfonici di Martucci. Il compositore Gian Francesco Malipiero, inoltre, dichiarò che fu nella Seconda sinfonia di Martucci che riconobbe l'inizio del rinnovamento della musica non operistica italiana. Il suo catalogo conta un centinaio scarso di opere, tra cui spiccano l'oratorio Samuel, il romantico ciclo per voce e orchestra La canzone dei ricordi (spesso eseguito negli ultimi anni da Riccardo Muti), due sinfonie, due concerti per pianoforte e orchestra, alcuni brani di musica da camera ed una notevole mole di musica pianistica. L'intero operato sinfonico di Martucci è stato registrato da Francesco d'Avalos alla direzione della Philharmonia Orchestra
Gli Interpreti
Orchestra Sinfonica Kazaka di Pavlodar. Fondata nel 2003 nella Repubblica del Kazakistan, affascina il pubblicocon il suo ricchissimo repertorio classico, contemporaneo, moderno. Nella regione dove opera artisticamente, rappresenta un grande promotore e principale punto di riferimento culturale. La tavolozza di repertorio creativo dell'orchestra è ricca e diversificata: qui esiste il classico equilibrio delle opere sinfoniche, l'eccitazione dei punteggi romantici, la musica strumentale moderna del XX secolo. Sinfonie, concerti, suite, miniature vengono eseguite dall'orchestra con abilità impeccabile.Moltissimi sono gli esecutori, i solisti, di fama internazionale che invitati hanno rilevato le grandi doti musicali degli strumentisti e la scrupolosissima preparazione. Un elenco di grandi presenze hanno popolato l‟universo della filarmonica di Plavodar in Kazakistan. Un elenco di esecutori invitati tra solisti direttori ne testimoniano sia la varietà che il livello.Lavorare con eminenti solisti e direttori stimola la crescita creativa dell'orchestra, preservando lo stile innovativo del giovane ensemble classico. Dal 2003, l'Orchestra Sinfonica della regione di Pavlodar è guidata dal maestro della Repubblica del Kazakistan, il professor BolatRakhimzhanov, la sua storia per anni è associata alla formazione del collettivo, alla sua fama e al riconoscimento nella Repubblica. Lunghe tournes in Germania, Olanda, Turchia, e finalmente in Italia.
 
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