Ci troviamo a Calvi Risorta, un piccolo borgo in provincia di Caserta, situato sulla via Casilina a pochi chilometri da Capua.
Se state immaginando questo paesello come un luogo tranquillo immerso nella natura e nell’aria incontaminata di campagna, vi sbagliate. Proprio qui, lontano dagli occhi dei suoi abitanti e di tutti i passanti, in una zona isolata e quasi dimenticata, vi è uno degli scempi ambientali ed ecologici più gravi degli ultimi anni, quella che dalle autorità è stata definita “La più grande discarica d’Europa” .
Nel 2015, nell’area dell’ex fabbrica di vernici e ceramiche Pozzi-Ginori, sono state portate alla luce dal Corpo Forestale tonnellate di rifiuti tossici (solventi, plastiche, pelli, scarti della lavorazione di ceramiche, vernici, scorie industriali) distribuiti su vari strati del terreno, per una superficie totale equivalente a quasi 50 campi di calcio.
Dalla rovente estate di circa sei anni fa ad oggi, sono state organizzate numerose manifestazioni di protesta, durante le quali i cittadini e tutti gli ambientalisti hanno chiesto a gran voce l’attuazione di bonifiche, anziché la costruzione di una centrale a biomasse proprio a ridosso della grande discarica. Sebbene tutto fosse rimasto a lungo inalterato e il suolo continuasse ad essere mosso dalle numerose fumarole tossiche, solo nel 2019, grazie ai 15 milioni di euro stanziati dalle regione Campania per la bonifica, sono iniziati dei lavori di rimozioni del tutto preliminari attuati dal Comune.
La speranza è che ciò possa rappresentare l’inizio della fine di un disastro infernale e far sì che il mio paese venga valorizzato per le sue bellezze storiche e cessi di essere associato a una delle più grandi vergogne del nostro territorio.
Francesca Di Lettera
Cronisti di Classe 2021/22