Dopo la cessazione forzata del governo di Luca Branco dovuta alle dimissioni di nove consiglieri comunali, tre dei quali appartenenti alla compagine politica del sindaco defenestrato, il centro sinistra è impegnato in un affannoso lavoro di ricerca di un candidato primo cittadino . Sovente accade nella fase pre elettorale che al tavolo delle trattative seggano soggetti che immaginano di rappresentare una forza politica, troppo spesso dimentichi del principio che uno vale uno. Uno vale uno, perché qualche capobastone non rappresenta un’associazione, un laboratorio (termine tanto caro a qualche segretario politico) ma semplicemente se stesso; ed uno vale uno perché a quel tavolo delle trattative, al netto di immaginifiche doti elettorali, qualcuno di questi signori che ha le aree da segretario politico non riuscirebbe nemmeno ad uscire vittorioso nella ben più semplice elezione di guardia porte in una sola tra le tante scale di Parco delle Rose, per dirla in termini propriamente capuani. Dopo due esperienze fallimentari culminate con le dimissioni volontarie anche di una parte dei consiglieri comunali che erano in maggioranza, il centro sinistra è al lavoro per individuare dunque uomini ed idee programmatiche da portare avanti, così da dare un governo sicuro, stabile, competente e duraturo alla città di Capua. Al momento è in atto la fase un po’ filosofeggiante, quella cioè che ammette il fallimento, che mira all’instaurazione di laboratori e soprattutto che vuole in qualche modo far immaginare o meglio far guardare i cittadini oltre l’orizzonte, verso una città possibile. Si apprende che starebbero tentando un dialogo i reduci e combattenti del PD, di Capua Bene Comune e dei Cinque Stelle, questi ultimi tra i maggiori oppositori di Luca Branco e tra i firmatari della sfiducia all’ex primo cittadino. È proprio Adolfo Villani, storico rappresentate del PD, dal suo blog, ad abbandonarsi ad una riflessione sulla situazione politica attuale capuana, dando degli utili spunti di lettura sulla confusione esistente. Un mare molto agitato, nelle cui acque nuotano, o almeno provano a farlo, anche il PD, Capua Bene Comune ed i Cinque Stelle. “Il primo è quello del PD la cui assemblea ha ufficialmente proposto un forte rinnovamento del partito e una nuova alleanza tra PD, Capua Bene Comune , Cinque Stelle e una lista che raccolga forze riconducibili all’area di centrosinistra”. Così Villani in un tratto della sua riflessione, Lo stesso Villani continua, soffermandosi sull’analisi dello spirito che unirebbe un’altra area politica che si starebbe formando in città, avversa a quella su cui lavora il PD e company, rimarcando che non è dato sapere qual’è la base culturale e politica che li unisce. Or bene il decano del PD Villani dice bene quando parla di una nuova alleanza con Capua Bene Comune, considerando che la prima non sembra aver portato frutti, né a Branco, né alla città né tantomeno ai partiti stessi.
L’attento ed arguto ex sindaco di Capua Villani non spiega, però, qual è la base culturale e politica su cui convergono PD, Capua Bene Comune e Cinque Stelle, in considerazione che questi ultimi esattamente quattro mesi fa hanno gioito per la caduta del governo Branco. Che il PD non abbia mai realmente visto in Branco il sindaco naturale per Capua? Che la scelta ricaduta su Branco, anche da parte del PD, non sia stata una scelta del meno peggio, non esistendo all’epoca altri soggetti proponibili? Non si hanno notizie di abboccamenti tra il PD e l’ex sindaco Branco; che il PD non ritenga che la defenestrazione di Branco sia addebitabile proprio a quest’ultimo? Se è così, non si comprende perchè non sia mai stato posto un serio aut-aut al primo cittadino, limitandosi semplicemente a sottoscrivere uno scialbo quanto inutile documento anelante a cambi di passo che l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto fare.
Proprio giorni fa è comparsa un’interessante dichiarazione dell’ex assessore Veronica Iorio che è andata in avanscoperta, unitamente all’ex consigliere PD Davide Castelbuono e a Luca Pennacchia, per capire quali sono gli animi in casa Capua Bene Comune, rimasta orfana di Pasquale Frattasi , di cui al momento non si hanno notizie politiche nonché di Gianluca Di Agresti, forse di Claudio Di Benedetto e della stessa Iorio. Interessante ancor più l’affermazione della Iorio quando scrive che "sebbene le fasi emotive che riguardano il fallimento di un progetto io le abbia passate tutte, non riesco a immaginarmi fuori dalla costruzione di un piano per la cittá e che questo piano però, passa necessariamente per “casa mia”, per confini politici certi che non sono disposta a barattare in nome di un civismo opportunista che nasconde, invece, ben altre identità”. Ora un dato è certo: la Iorio è persona che sa ben parlare e ancor più scrivere, è donna energica ed intelligente. Per mera curiosità giornalistica piacerebbe capire al momento quali sono i confini certi ed in quali confini quindi si muove la sua azione politica, considerati i suoi diversi passaggi di casacca in pochissimi anni. Non è che in politica contino solo gli spostamenti da un’area politica ad una diametralmente opposta e non quelli da un partito all’altro, seppur appartenente alla stessa corrente! E già, perchè solo nel 2019 la Iorio era organica a Capua Bene Comune per poi trasmigrare nel PD, occupandone addirittura un ruolo dirigenziale se la memoria non inganna. Nel 2021 viene nominata assessore ma non in quota PD ma per Capua Tre Luglio, in seguito sarebbe stata ritenuta vicino ad Italia Viva ed adesso al tavolo delle trattative. Il tutto nel silenzio totale del PD e di Villani. Ora la Iorio molto probabilmente parla in nome di Capua Tre Luglio o bisogna immaginare un ritorno di fiamma con il PD o con Capua Bene Comune o ancora con qualche nuova forza politica che starebbe nascendo?
“Bisogna che tra i protagonisti del confronto amministrativo (dire politico al momento è un po’ troppo) si cominci a discutere dei contenuti e non in maniera generica. Cominciando magari dalla questione più urgente che è quella del ponte nuovo su cui è tutto fermo alla approvazione da parte della regione del secondo lotto del progetto, come ridefinito dopo le approfondite indagini condotte sulla struttura". Indubbiamente una bella speranza quella a cui anela Villani, il quale ricorderà benissimo che il più forte esponente del PD, Luigi Di Monaco, assessore ai Lavori Pubblici nel governo Branco, (tra le più importanti deleghe che si possano assegnare ad un assessore), in una conferenza stampa nel salone municipale di Capua, si abbandonò ad un simpaticissimo siparietto con Stefano Graziano, consigliere regionale, lasciando intravedere vicina la soluzione alle problematiche del ponte nuovo. Ovviamente Villani avrà chiesto a Di Monaco perché quelle telefonate quasi quotidiane, che in quella sede Di Monaco dichiarò effettuare con Graziano volte proprio a ricordare la delicatissima problematica della chiusura del ponte, non abbiano allora, come oggi, sortito alcun risultato se non svegliare le rispettive consorti. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, tanto per rimanere in tema ma, nel frattempo, Branco non è più sindaco, Di Monaco non è più assessore, Graziano non è stato riconfermato al Consiglio Regionale della Campania, Capua non ha il ponte.