Don Rosario Ventriglia, parroco dell’abbazia parrocchiale San Martino Vescovo di Macerata Campania, commenta il servizio giornalistico, dal titolo “Fede e finanza…”, apparso sul settimanale Panorama. «L’articolo in questione – esordisce don Rosario – mi sembra un miscuglio di affermazioni che hanno solo lo scopo di presentare la città di Capua come presunto luogo di affari tra la Diocesi e il presidente della BCC. Inoltre, non si comprende quale rapporto ci sia tra la BCC e la Diocesi con i fatti riguardanti singoli sacerdoti. Mi risulta che le banche di credito cooperativo già casse rurali e artigiane nascono in Italia a fine ottocento su impulso della Rerum, l’enciclica di Leone XIII. Il documento papale che per la prima volta nella millenaria storia della Chiesa trattava il tema del lavoro. La necessità al tempo della loro fondazione era quella di dare la possibilità a categorie poco influenti nella società nella fattispecie quella dei contadini e degli artigiani di poter accedere al credito. Quindi cooperative nate per concretizzare la possibilità delle fasce più deboli della popolazione di accedere ai prestiti e finanziamenti fino ad allora impediti e inaccessibili alle loro categorie. All’articolo due dello statuto delle banche di credito cooperativo, si richiamano i principi ispiratori della loro azione citando esplicitamente il magistero sociale della Chiesa. È fortemente auspicabile – spiega don Rosario – pertanto la collaborazione sui territori tra le banche di credito cooperativo e le diocesi, in quanto insieme possono produrre molteplici effetti per conseguire il bene comune. Il presidente Roberto Ricciardi inoltre lavora presso l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Capua dal 1988, ricoprendo attualmente il ruolo di direttore e pertanto dipendente dello stesso ente senza alcun potere decisionale ma prettamente esecutivo. Non può pertanto in nessun modo esprimere la volontà dell’ente che spetta unicamente al consiglio di amministrazione dell’ente medesimo e al suo presidente Don Pietro Catucci. I paventati conflitti di interesse di due incarichi ricoperti da Roberto Ricciardi sono ingiustificati ed incomprensibili. I due ruoli ricoperti da Ricciardi sono stati nel tempo più volte esaminati proprio per verificare eventuali conflitti dalla Banca d’Italia che in quattro ispezioni alla banca susseguitesi nel tempo non ha mai rilevato alcun tipo di conflitto tra le due cariche ricoperte. Chiudo con la parola del Santo Padre Giovanni Paolo II: “Sappiatelo, giovani! Cristo non si è fermato a Eboli: egli è qui in cammino con voi” (Giovanni Paolo II, ai giovani di Reggio Calabria, il 7 ottobre 1984). Cristo – conclude don Rosario – non si è fermato neppure a Capua: egli è qui in cammino con noi».
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Capua: Ventriglia difende Ricciardi della BCC: “Nessun conflitto di interesse con la Diocesi di Capua”
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