In un bell’articolo pubblicato sul settimanale LEFT viene ribadito il ruolo fondamentale che oggi dovrebbero svolgere gli Archivi di Stato nei vari contesti provinciali. Infatti, essi dovrebbero essere visti e considerati “non come semplici e distanti luoghi della memoria, bensì come strumenti vivi e vitali de democrazia e di cittadinanza partecipata”. Al contrario, con dati alla mano viene documentato il forte calo di utenti presenti e di visitatori registrati nelle varie sedi di studio negli ultimi venti anni a livello nazionale.
Le cause e le responsabilità sono molteplici, a partire dal fatto che gli stessi archivi vanno assumendo un ruolo sempre più marginale nelle strategie culturali del Governo, in primo luogo del ministro competente l’on. Franceschini. Non a caso nel bilancio dello stato ogni anno si riducono le quote di risorse e di investimenti dedicati a questo settore, in particolare quelle destinate al personale e degli addetti per i quali sono carenti adeguate strategie per la formazione e la digitalizzazione dei materiali ivi contenuti, con una ricaduta negativa di fruizione da parte degli utenti, siano essi studiosi ma anche enti e cittadini.
In questo scenario una storia a parte riveste la decennale vicenda dell’Archivio di Stato di Caserta, che risulta tra le più assurde e scandalose. Infatti, nonostante da anni sia stata avviata la dislocazione degli uffici in una nuova sede di grande prestigio, come la Reggia vanvitelliana, il nostro Archivio rimane non fruibile ed agibile in modo adeguato. Va ricordato che da decenni sono stati attivati dei cantieri con dei lavori in corso di ristrutturazione in altri spazi della stessa reggia, che originariamente dovevano servire a trasferire tutti i documenti depositati in una struttura privata decentrata, per la quale si continuano a pagare degli esosi canoni di fitto mensili. Su questa vicenda da tempo sta anche indagando la magistratura e la Corte dei Conti.
In attesa della destinazione definitiva, intanto è diventata ancora più precaria la situazione degli spazi e delle sale già assegnate al piano terra del Palazzo Reale, per i quali si sono resi necessari ulteriori lavori di manutenzione e di messa in sicurezza. In questa eterna fase di trasloco, che ancora permane, sono state adottate delle misure maldestre da parte degli organi di gestione del Mibac: oltre 3000 volumi (tra cui alcuni fondi di documentazione storica sulla vita politica e democratica di Terra di Lavoro, come quelli dell’on. Paolo Broccoli, di Peppino Capobianco e di Mario Pignataro) sono stati trasferiti in via transitoria nella sede dell’Archivio di Benevento, dove ancora giacciono abbandonati nei loro cartoni.
Nello stesso tempo una parte dei documenti – che per lo più stazionano ancora nella vecchia sede privata in attesa di trovare la loro collocazione stabile – sono stati trasferiti in un deposito situato nella zona del Volturno Nord. Per questi motivi la gran parte dei materiali archivistici non risulta disponibile né tantomeno può essere consultata da studiosi ed enti. In alcuni casi si ricorre ad un
escamotage con l’ausilio del comune di Caserta che in via urgente mette a disposizione dei vigili per il loro trasporto e renderli così visionabili su appuntamento nella sala di consultazione, per fortuna ripristinata. Il nuovo direttore R. Traettino, insediato di recente, sta cercando di rianimare i servizi di offerta digitale, con documenti e materiali che si possono trovare sul sito dedicato. Ma si tratta di poca cosa. Infatti, da tempo abbiamo attivato un Comitato (composto da personalità della cultura e delle associazioni casertane) per cercare di rilanciare e valorizzare come si merita il nostro Archivio, che insieme alla Biblioteca Civica rappresenta uno dei beni comuni fondamentali per fare rivivere e conoscere le radici della nostra memoria storia, della nostra identità civile.
A tal fine abbiamo proposto di organizzare anche degli eventi per i 160 anni del Risorgimento, da realizzare in collaborazione con il FTS Casertano: a partire dalla preparazione e pubblicazione di uno speciale dedicato ad un artista di rilevo come Andrea Sparaco. Per dare risalto a questo evento abbiamo chiesto alla direzione dell’Archivio e della Reggia di organizzare anche una mostra con le opere dello stesso artista che sono depositate nell’ archivio, in altri enti pubblici (ma anche da suoi familiari, amici e conoscenti), in considerazione del fatto che nel mese di agosto decorre il decennale della sua scomparsa.
Pasquale Iorio
Le Piazze del sapere