Terra di Madri, scrittrici a Capua è un ciclo di incontri di letteratura dedicato alle donne che scrivono, al loro talento, ma anche alle lettrici e ai lettori, nato nella Città delle Madri, le famose Matres Matutae custodite nel Museo Provinciale Campano. Terra di Madri, scrittrici a Capua è un progetto Architempo, nell’àmbito di Capua il Luogo della Lingua festival, sotto l’egida del Patto per la Lettura di Capua “Città che legge”
“Capua è una Città Madre, dà il nome alla Campania, custodisce nel suo Museo le Matres Matutae, è la Città madre della Lingua italiana, – ci dice Giuseppe Bellone direttore artistico del festival – era giusto porre l’accento su questa peculiarità della nostra città, perché la maternità è un’esperienza che riguarda tutti, riguarda le donne e gli uomini, le donne che hanno avuto i figli e quelle figlie che madri non saranno mai”.
A portare avanti questo ciclo di incontri, un folto nucleo di amiche del festival che da anni collabora alla sua realizzazione, le curatrici del progetto sono: la scrittrice Marilena Lucente, la critica letteraria Nicoletta Alaia, le scrittrici e giornaliste Nadia Verdile e Lidia Luberto, la scrittrice e poetessa Mariastella Eisenberg, la sceneggiatrice e regista Barbara Rossi Prudente, le attrici Margherita Di Rauso e Elena Starace, quest’ultima anche scrittrice, e la giornalista Mariamichela Formisano.
Dopo il primo incontro con la scrittrice americana Heddi Goodrich, il secondo appuntamento del ciclo Terra di Madri, scrittrici a Capua, è per sabato 4 dicembre alle ore 19.00, a Capua, nella chiesa di San Salvatore a Corte.
La giornalista Mariamichela Formisano incontra Manuela Piancastelli giornalista, saggista e vignaiola, con il suo nuovo libro «Napoli, zuccaro&cannella. Cibi e vini da favola nel Cunto de li cunti», edito da Valtrend, illustrazioni di Giusy Ghioldi. Un libro intrigante, scritto con uno stile limpido, ricco di approfondimenti storici e letterari, dove riemerge dal Cunto il racconto dei cibi, dei vini, dei sapori della Napoli del primo Seicento. Manuela Piancastelli ha anche voluto far rivivere al lettore le contraddizioni e le grandezze della Napoli spagnola, di un’epoca di passaggio, ha voluto tracciare l’identikit dei sazi e degli affamati, è andata alle origini dei mangia-foglia e del come e soprattutto del perché si siano trasformati in mangia-maccheroni.
«Basile è stato, moltissimi anni fa, l’oggetto della mia tesi di laurea in Lettere moderne. – ci dice la Piancastelli – Quindi è un amore “antico”. Negli ultimi anni mi è capitato spesso di trovare nel Cunto de li Cunti, più noto come Pentamerone, spunti interessanti che riguardavano l’enogastronomia. Citazioni, frasi a dir poco illuminanti, simbologie gastronomiche ma anche vere e proprie ricette. Mi è quindi venuta voglia di rileggere il Cunto in una chiave nuova, incredibilmente mai percorsa da altri studiosi, e cioè cercando di ricostruire la storia di Napoli a cavallo di due secoli attraverso il cibo raccontato da Basile».
Manuela Piancastelli Napoletana, laureata in Lettere e Filosofia, per vent’anni giornalista professionista del quotidiano “Il Mattino”, collabora attualmente con Bell’Italia. Nel 2003 con il marito Peppe Mancini ha fondato l’azienda Terre del Principe (Terre del Principe – Azienda Vinicola), puntando sulla valorizzazione di tre antichi vitigni autoctoni casertani: Pallagrello bianco, Pallagrello nero e Casavecchia. È stata collaboratrice di Luigi Veronelli, con la cui casa editrice ha pubblicato le biografie di Mario d’Ambra e Pina Amarelli. Ha anche scritto alcuni volumi sui grandi vini d’Italia per la Hobby&Work su Campania, Puglia, Basilicata e Calabria e una storia sui vini del Sannio (Kat editore). È stata presidente del Movimento Turismo del Vino della Campania nonché tra le prime a far parte delle Donne del Vino e della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti). Tra i numerosi riconoscimenti, è stata insignita dal Ministero dell’Agricoltura del premio Cangrande della Scala come Benemerita della viticoltura e ha vinto il Premio Luigi Veronelli