Partecipazione popolare alla riforma della giustizia: un’opportunità da non perdere!” è il tema dell’interessante confronto sui quesiti referendari del 12 giugno 2022, in programma per mercoledì 1 giugno, con inizio alle ore 10, presso il rettorato dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, in viale Ellittico a Caserta, e promosso dal dipartimento di Scienze Politiche.
Al centro del dibattito, le questioni principali relative alla riforma della giustizia ed i cinque referendum popolari abrogativi riguardanti le modalità elezione dei magistrati al CSM, le limitazioni agli abusi della custodia cautelare prima della sentenza definitiva, la separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti, le modalità per una equa valutazione dei magistrati, e l’abolizione della legge Severino sulla decadenza automatica di sindaci e amministratori locali condannati.
La discussione, introdotta e coordinata dal direttore del dipartimento di Scienze Politiche Francesco Eriberto d’Ippolito, vedrà gli interventi di Orazio Abbamonte, docente di Storia della Giustizia della UniCampania; Alberto De Vita, docete di Diritto Penale della Università Partenope di Napoli; Vincenzo Pepe, docente di diritto pubblico comparato della Vanvitelli e rappresentante del Comitato Nazionale per il Sì, e Nicola Graziano, magistrato del Tribunale di Napoli.
“Mai come oggi è fondamentale la partecipazione attiva della popolazione alla discussione sui quesiti referendari, ma deve essere sostenuta dalla conoscenza approfondita delle tematiche oggetto della consultazione del 12 giugno. È questo il motivo per il quale il nostro dipartimento di Scienze Politiche si è fatto promotore di un momento di confronto, con un panel di magistrati, docenti universitari ed esperti, che servirà a chiarire i diversi aspetti dei 5 referendum. L’intento è quello di stimolare il confronto e il dibattito fra i vari attori coinvolti, del resto l’università deve essere parte integrante della società civile”, dichiara il direttore di Scienze Politiche dell’UniCampania, d’Ippolito.