il cono dombraIl Maschio Angioino ospita dal 25 giugno la mostra “Il Cono d’Ombra”: un progetto di Andrea Aragosa per Black Tarantella, un’associazione artistica e culturale che pone al centro il tema delle diversità e minoranze etniche, e FM Centro per l’Arte Contemporanea, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.

Dedicata a Lidia Curti (1931-2021), co-fondatrice del Centro Studi Postcoloniali e di Genere di Napoli, la mostra resterà aperta fino al 26 Agosto e potrà essere visitata gratuitamente dal lunedì al sabato dalle 10 alle 17. A cura di Marco Scotini, raccoglie più di 50 opere, fra cui opere storiche del periodo coloniale in dialogo con i lavori di 12 artisti contemporanei appartenenti alla diaspora africana. È allestita in due spazi di Castel Nuovo: Antisala dei Baroni nell’ala nord, al primo piano, e Sala dell’Armeria, al piano terra; gli stessi spazi che furono parte della Seconda Mostra Internazionale d’Arte Coloniale tenutasi proprio a Napoli, nel Maschio Angioino, dal 1 ottobre 1934 al 31 gennaio 1935.

La politica coloniale fascista in Italia è ancora lontana dall’essere una eredità contestata, ed è stata oggetto di ben poche occasioni espositive e di riconfigurazione critica degli oggetti museali accumulati: scopo della mostra è la stessa possibilità di lasciar parlare quell’alterità che per secoli ha rappresentato un “cono d’ombra” della civiltà, a cui l’occidente si è rivolto in modo paternalistico, come qualcosa da emancipare.

In qualche modo superare la sempre presunta “innocenza bianca” sarà possibile solo attraverso una contro-narrazione condotta dagli ex soggetti colonizzati che, come in uno specchio rovesciato, possano aprire ad altre rappresentazioni.

 

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