“Trovo molto significativo il rinnovato interesse per l’apertura al traffico civile dell’Aeroporto di Grazzanise: il dibattito, però, va allargato oltre la dimensione di alternativa allo scalo napoletano di Capodichino, ma va messo in funzione anche e soprattutto di una logica di sviluppo integrata sul fronte del turismo e della valorizzazione del sistema industriale della Terra di Lavoro”. A dichiararlo è Giovanni Bo, presidente di Confindustria Caserta, che invita politica e istituzioni a inserire le opportunità offerte dall’aeroporto militare casertano in una prospettiva sistemica che punti al rilancio dell’area settentrionale della Campania.
Lo scalo di Grazzanise fu in passato già preso in considerazione come aeroporto al traffico civile, prima con un’intesa tra l’allora presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il ministro dei trasporti per la realizzazioni di infrastrutture civili, finalizzato a decongestionare Capodichino; poi, con un accordo nel 2009 sottoscritto dall’allora ministro alla Difesa Martino del Governo Berlusconi con ENAC, ministero dei Trasporti e Regione Campania per la gestione del traffico di linea.
L’idoneità e l’operatività della pista trovarono riscontro nel precedente del 1992, quando Grazzanise ospitò, dal 2 al 15 novembre, il traffico dell’aeroporto di Napoli interessato dai lavori di rifacimento del manto d’asfalto della pista.
Tuttavia, nel 2013, durante il governo Monti, il Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale curato da Corrado Passera ha eliminato l'aeroporto tra gli scali dell'aviazione civile italiana.
“Lo scalo di Grazzanise – continua Giovanni Bo – è al centro di un importante sistema viario che consente veloci interconnessioni non solo con Caserta, Napoli e gli altri principali centri della Campania, ma anche con il Basso Lazio ed il Molise. Per questa ragione vedo la sua apertura al traffico civile un’iniziativa di primaria importanza per alimentare non solo i progetti di rinascita del Litorale Domizio, raggiungibile dallo scalo in pochi minuti, ma anche di un’ampia fascia dell’interno che va dai principali attrattori culturali e ambientali di Terra di Terra di lavoro, dalla Reggia di Caserta e Carditello a parchi di Roccamonfina e del Matese, a aree di grande interesse turistico quali i Campi Flegrei, Formia, Gaeta e il Molise”.
In tal senso il suggerimento del presidente di Confindustria Turismo Caserta è per un traffico incoming di vettori charter e low cost, che alimenterebbero anche un sistema di outgoing per un’ampia utenza non solo casertana.
Lo sviluppo di Grazzanise può trovare anche un valido supporto come scalo cargo al servizio dell’industria non solo della Terra di Lavoro ma per un’ampia part del Mezzogiorno, dove sono assenti aeroporti specializzati nel traffico merci: “penso non solo alla grande industria manifatturiera di Caserta e della sua provincia – conclude Giovanni Bo – ma anche alle nostre produzioni tipiche, come la mozzarella di Bufala Dop, altamente deperibili, che necessitano di un sistema di logistica e trasporto valore. Tutte caratteristiche che farebbero di Grazzanise uno scalo idoneo anche per queste esigenze”.
Lo scalo di Grazzanise fu in passato già preso in considerazione come aeroporto al traffico civile, prima con un’intesa tra l’allora presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il ministro dei trasporti per la realizzazioni di infrastrutture civili, finalizzato a decongestionare Capodichino; poi, con un accordo nel 2009 sottoscritto dall’allora ministro alla Difesa Martino del Governo Berlusconi con ENAC, ministero dei Trasporti e Regione Campania per la gestione del traffico di linea.
L’idoneità e l’operatività della pista trovarono riscontro nel precedente del 1992, quando Grazzanise ospitò, dal 2 al 15 novembre, il traffico dell’aeroporto di Napoli interessato dai lavori di rifacimento del manto d’asfalto della pista.
Tuttavia, nel 2013, durante il governo Monti, il Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale curato da Corrado Passera ha eliminato l'aeroporto tra gli scali dell'aviazione civile italiana.
“Lo scalo di Grazzanise – continua Giovanni Bo – è al centro di un importante sistema viario che consente veloci interconnessioni non solo con Caserta, Napoli e gli altri principali centri della Campania, ma anche con il Basso Lazio ed il Molise. Per questa ragione vedo la sua apertura al traffico civile un’iniziativa di primaria importanza per alimentare non solo i progetti di rinascita del Litorale Domizio, raggiungibile dallo scalo in pochi minuti, ma anche di un’ampia fascia dell’interno che va dai principali attrattori culturali e ambientali di Terra di Terra di lavoro, dalla Reggia di Caserta e Carditello a parchi di Roccamonfina e del Matese, a aree di grande interesse turistico quali i Campi Flegrei, Formia, Gaeta e il Molise”.
In tal senso il suggerimento del presidente di Confindustria Turismo Caserta è per un traffico incoming di vettori charter e low cost, che alimenterebbero anche un sistema di outgoing per un’ampia utenza non solo casertana.
Lo sviluppo di Grazzanise può trovare anche un valido supporto come scalo cargo al servizio dell’industria non solo della Terra di Lavoro ma per un’ampia part del Mezzogiorno, dove sono assenti aeroporti specializzati nel traffico merci: “penso non solo alla grande industria manifatturiera di Caserta e della sua provincia – conclude Giovanni Bo – ma anche alle nostre produzioni tipiche, come la mozzarella di Bufala Dop, altamente deperibili, che necessitano di un sistema di logistica e trasporto valore. Tutte caratteristiche che farebbero di Grazzanise uno scalo idoneo anche per queste esigenze”.