Una serata filo…drammatica, è uno spettacolo con scrittura ispirata alla commedia dell’arte, dal ritmo veloce, e con il meccanismo del “teatro nel teatro” e racconta le disavventure di una compagnia amatoriale (tutti sempre rigorosamente in scena) che nel primo atto è intenta a fare le prove di uno spettacolo che debutterà l’indomani sera.
Il testo scelto dal regista, (sicuro che le compagnie amatoriali, non dovendo subire i tagli alla cultura e allo spettacolo sono l’unica risorsa per portare avanti il teatro) un po’ per allontanarsi dal classico repertorio eduardiano delle compagnie amatoriali un po’ perché’ vuole affrontare il tema della gelosia, sentimento che solitamente tende a rovinare i rapporti con un modello universale: Otello.
il primo atto si sviluppa tra il tentativo di provare lo spettacolo, le deliranti discussioni interpersonali tra i vari attori, le dissertazioni psicologiche sui rapporti e la disperazione per la notizia che l’attore, che avrebbe dovuto interpretare il protagonista, non verrà più.
L’unica soluzione possibile sarà che il regista stesso dovrà interpretare Otello senza conoscerne la parte.
Nel secondo atto, col palcoscenico diviso in due, da una parte lo spettacolo in corso e dall’altro i camerini, si assisterà simultaneamente e contemporaneamente sia alla impietosa messa in scena di Otello (con un inevitabile finale diverso che mai avrebbe immaginato Shakespeare) sia agli strambi eventi degli attori affrontati nei camerini.
Il finale oltre a essere imprevedibile non sarà un vero finale, perché’…
Il testo scelto dal regista, (sicuro che le compagnie amatoriali, non dovendo subire i tagli alla cultura e allo spettacolo sono l’unica risorsa per portare avanti il teatro) un po’ per allontanarsi dal classico repertorio eduardiano delle compagnie amatoriali un po’ perché’ vuole affrontare il tema della gelosia, sentimento che solitamente tende a rovinare i rapporti con un modello universale: Otello.
il primo atto si sviluppa tra il tentativo di provare lo spettacolo, le deliranti discussioni interpersonali tra i vari attori, le dissertazioni psicologiche sui rapporti e la disperazione per la notizia che l’attore, che avrebbe dovuto interpretare il protagonista, non verrà più.
L’unica soluzione possibile sarà che il regista stesso dovrà interpretare Otello senza conoscerne la parte.
Nel secondo atto, col palcoscenico diviso in due, da una parte lo spettacolo in corso e dall’altro i camerini, si assisterà simultaneamente e contemporaneamente sia alla impietosa messa in scena di Otello (con un inevitabile finale diverso che mai avrebbe immaginato Shakespeare) sia agli strambi eventi degli attori affrontati nei camerini.
Il finale oltre a essere imprevedibile non sarà un vero finale, perché’…