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Ad aprire l'appuntamento è stata la dirigente scolastica Maria Chiara Menditto, che ha dato il benvenuto ai partecipanti, sottolineando l'importanza di momenti di riflessione e sensibilizzazione. A seguire, sono intervenute la professoressa Anna Giacobone e le rappresentanti d'istituto, che hanno evidenziato l'impegno delle scuole nella promozione della prevenzione e nella creazione di una rete di coesione tra gli istituti capuani.
A prendere la parola sono stati anche esponenti istituzionali come la vicesindaca Marisa Giacobone e la consigliera Veronica Iorio. A moderare il dibattito è stata Arianna Corrente, ex studentessa del liceo ed esperta in comunicazione, che ha stimolato un dialogo attivo e costruttivo, coinvolgendo tutti i partecipanti.
Per aprire il confronto, sono stati ascoltati dagli studenti estratti di due canzoni molto diverse tra loro: Everyday di Shiva, rapper milanese arrestato nell'ottobre del 2023 per tentato omicidio e possesso illegale di armi, e ora agli arresti domiciliari, e la cosa più bella che ho di Clementino, rapper napoletano con una storia di rivalsa e lotta contro la dipendenza da cocaina.
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Il primo brano presenta un linguaggio semplice e una visione possessiva del partner, dove il sentimento appare come un controllo piuttosto che una relazione equilibrata. Al contrario, il brano di Iena White si distingue per una maggiore profondità espressiva, con un amore che, pur attraversando le difficoltà, si eleva come una luce nel buio, simbolo di speranza e riscatto. Questa contrapposizione evidenzia come la violenza possa iniziare proprio dalle parole, che spesso, se usate in modo sbagliato, possono alimentare dinamiche di controllo e sopraffazione, influenzando negativamente i giovani e contribuendo alla formazione di modelli relazionali dannosi.
Successivamente, sono state proposte alcune domande rivolte agli studenti, chiedendo loro se, secondo il loro punto di vista, il vestiario di una donna possa giustificare atti di violenza e se ritenessero corretto condividere la propria password con il partner. Le risposte degli studenti sono state unanimi e decise: il vestiario non può essere in alcun modo considerato una giustificazione per la violenza, e la fiducia in una relazione non implica la necessità di una totale trasparenza, come nel caso di condividere le proprie password.
Questi risultati sono stati poi confrontati con i dati provenienti da sondaggi condotti a livello nazionale, che hanno evidenziato un trend ancora non completamente soddisfacente, ma comunque in linea con l'evoluzione della consapevolezza tra i giovani italiani riguardo ai temi del rispetto e della parità nelle relazioni.
Un punto cruciale emerso durante la discussione è stato quello della fragilità. Nonostante l'apparenza di forza che molti cercano di mostrare, spesso si nasconde una vulnerabilità che difficilmente si ammette, anche a sé stessi. È fondamentale che i giovani imparino a riconoscere e accettare la propria fragilità, senza vederla come debolezza, ma come parte naturale dell’esperienza umana.
Al termine dell’incontro, che avrà una seconda parte il 18 febbraio presso l'Istituto ISIS Federico II, é stata aperta una "box" in cui ogni partecipante, in forma anonima, potrà raccontare le proprie esperienze relative al tema trattato. Le testimonianze raccolte verranno poi lette e commentate insieme, per favorire ulteriori riflessioni e discussioni.
Come disse Eleanor Roosevelt: "Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso". Queste parole ci ricordano l’importanza di non permettere mai che qualcuno possa abbatterci o farci sentire meno di ciò che siamo.
Solo riconoscendo il nostro valore e accettando anche le nostre fragilità possiamo costruire relazioni sane, fondate sul rispetto reciproco.
La vera forza sta nel comprendere che meritiamo amore, rispetto e dignità, e che nessuno può toglierceli, a meno che noi non lo permettiamo.
Luca Sgagliola IV^A