Colgo come una inaspettata opportunità, quella che Adolfo Villani offre con la sue riflessioni e preoccupazioni, pubblicate sul blog personale il 4 aprile 2021, dal titolo “Ripensare il Futuro”.
L’opportunità, ovviamente, è quella di poter dialogare in merito alla “crisi” politica che a tutt’oggi attanaglia l’amministrazione Branco, rispondendo ad uno degli esponenti più illustri del PD capuano, al quale non si può non riconoscere la capacità di analizzare le vicende politiche nazionali e locali con l’esperienza di chi conosce le complesse dinamiche che le contraddistinguono.
Tuttavia, come componente dell’amministrazione di cui faccio parte (ed aggiungo, a nome anche del gruppo di Capua 3 Luglio), ritengo doveroso ed opportuno chiarire alcuni passaggi delle riflessioni di Villani, le quali mi sembrano devianti, per alcuni aspetti, rispetto alla realtà dei fatti.
Il primo passaggio è quello che attiene la gestione della crisi da parte dal Sindaco, costretto a ritirare le sue dimissioni, onde poter far fronte alle scadenze che incombono, mentre i gruppi di maggioranza “continuano ad occuparsi esclusivamente della distribuzione di assessorati e deleghe”, in barba al dettagliato programma elettorale.
Fa molto riflettere, altresì, l’affermazione di Villani, in merito alle “adesioni formali” al suddetto programma che i gruppi di maggioranza avrebbero sottoscritto solo come “optional” e non con la convinzione e la responsabilità di chi vuole cambiare le sorti della città.
Avverto forte la necessità di chiarire, quindi, che nulla è stato mai messo in discussione relativamente al programma definito alla base dell’intesa elettorale; piuttosto, come Villani può certamente insegnarmi, per l’attuazione dei programmi, a breve, medio e lungo termine, servono uomini e donne che costituiscono un esecutivo energico il quale, oltre che condividere la teoria per il raggiungimento degli obiettivi deve applicare una pratica condivisa, equilibrata, corale, competente e fattiva su tutte le questioni poste sui vari dossier ed il sindaco deve farsi garante dell’applicazione dei suddetti principi.
Ciò non è successo. Ciò non è stato garantito e non da ora, ma già dalla prima giunta comunale dopo l’elezione dell’attuale maggioranza. Tale situazione ha responsabilmente indotto alcuni gruppi della maggioranza ad invitare continuamente il Sindaco a cambiare rotta, ma ahimè, siamo arrivati allo scontro, risultato di una mancata mediazione e di una pessima gestione della crisi stessa.
Dunque, ad un’analisi più attenta e legata ai fatti, la crisi dell’attuale maggioranza non appare come la roulette degli assessorati, né deve essere ricondotta alla mera negazione del programma elettorale.
Tale interpretazione potrebbe apparire come quella di un “acerbo partigiano” (seguace o fautore per lo più fazioso) del sindaco ed io, conoscendo il valore politico di Adolfo Villani, escludo che abbia voluto rivestire tale ruolo.
La situazione creatasi all’interno della maggioranza, invece, non è altro che la sintesi della mancata volontà, a mio parere, del sindaco, di rinnovare uomini ed atteggiamenti rispetto ai problemi ed alle priorità, proprio in funzione dell’attuazione di quel programma che tutti abbiamo condiviso.
Per tale motivo e per il bene della città, stiamo provando a cambiare rotta alla nave, senza abbandonarla e senza ritornarci su dopo averla abbandonata. Chi vuol intendere intenda.
MICHELE GIUGNO