Il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, e la Presidente della VI commissione permanente, Istruzione, Cultura, Ricerca scientifica e Politiche Sociali, Bruna Fiola, propongono di tenere una seduta monotematica del Consiglio regionale per affrontare il dilagante problema dei minori e dei giovani adulti a rischio. “Il report del Garante dei detenuti sui minori a rischio è drammatico – afferma il Presidente Oliviero – la Campania risulta essere una delle regioni maggiormente interessata dal fenomeno della criminalità giovanile. Nel 2020 solo tra Napoli ed area metropolitana si contano 593.036 minori a rischio con una percentuale che si avvicina al 18%. I servizi sociali ne hanno presi in carico solo 498. Bisogna esaminare soprattutto i fattori di rischio. Il primo in assoluto è la dispersione scolastica. Infatti, il 40% dei minori abbandona la scuola troppo presto, creando una povertà culturale che li spinge verso la devianza. Altro fattore è il contesto camorristico dove i minori, sia per legame di sangue o amicizie dei quartieri dove il fenomeno è diffuso, sono fortemente a rischio. Da non sottovalutare le cosiddette baby gang, che praticano la violenza senza motivo anche e soprattutto in età preadolescenziale. Dobbiamo individuare le strategie necessarie per il recupero di questi minori. La politica deve soffermarsi su cosa spinge i nostri giovani verso questo disadattamento ed intervenire per correggerlo, perché non dobbiamo mai dimenticare che essi sono il nostro futuro e vanno tutelati”. “È fondamentale affrontare seriamente una discussione sui minori a rischio e sulla devianza minorile – sottolinea la Presidente Fiola - il report del Garante dei detenuti fotografa la situazione che per i minori resta allarmante. Al 15 febbraio scorso i minorenni in carico agli Uffici di Servizio Sociale sono in totale, a Napoli, 709, tra quelli presi in carico la prima volta (67) e quelli già precedentemente in carico (642). Nel 2020, si evince dal report, abbiamo avuto nel centro minorile di Nisida 113 ingressi e, ad Airola, 40 per un totale di 153 ingressi in un anno. Dovremmo però agire su diversi livelli. Basti pensare al numero di assistenti sociali al Sud, che sono fortemente sotto organico in tutte le Regioni e non raggiungono il rapporto di 1/6500, tantomeno quello di 1/5000. In questo sarà decisivo il supporto del Governo nazionale, affinché si possa ridurre questo gap e creare una rete tra gli assistenti sociali e le strutture territoriali. Così come il fenomeno delle baby gang, che non a caso prolifera in contesti familiari ed ambientali dove i ragazzi sono costretti a crescere senza sostegni affettivi adeguati e senza alcun orientamento socio-educativo. Una grande occasione dovrà essere il Recovery Fund, le cui risorse dovranno essere investite fortemente sul Piano nazionale dell’infanzia”.