Giovedì 16 novembre 2023, dalle ore 15 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, gli studenti hanno avuto modo per assistere e partecipare all'evento denominato “La lezione di “Giancarlo” e il diritto all’informazione nell’era del giornalismo online”, organizzato in occasione dell’inaugurazione della Sala e nuova Aula Studio intitolata “Giancarlo Siani”. Quest'ultima, nella quale è presente una bellissima gigantografia del giornalista a cui è dedicata, costituirà uno spazio di incontro e condivisione per gli studenti di Palazzo Melzi.
L’evento, oltre ad essere stato occasione per inaugurare il nuovo spazio, è funto da vero e proprio momento volto a dare testimonianza di ciò che è stato e ad oggi rappresenta Giancarlo Siani. Nel suo corso si son susseguiti infatti vari interventi. Prima di tutto, i saluti del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” Giovanni Francesco Nicoletti, del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli Raffaele Picaro, del Prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Pierpaolo Bruni, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Napoli Nord Maria Antonietta Troncone e del Questore di Caserta Andrea Grassi. Tra gli interventi invece, moderati dal Giornalista RAI Diego Dionoro, annoveriamo quello di Paolo Siani, fratello di Giancarlo presente in rappresentanza della “Fondazione Giancarlo Siani”, del Procuratore della Repubblica presso la Corte di Appello di Potenza Armando D’Alterio, del Direttore de “Il Mattino” Francesco De Core e di Don Tonino Palmese, Presidente della Fondazione “Pol.i.s.”. Ad essi si aggiungono diversi momenti riservati agli studenti dell’Ateneo, nel corso dei quali si son preoccupati di omaggiare la memoria del giornalista con delle letture. Ad esempio, una studentessa, di nome Miriam Scirocca, ha dato voce a Daniela, fidanzata dell’epoca di Giancarlo, ed alle sue emozioni. Tra i testi, ecco riportato quello letto dallo studente, nonché membro dell’Associazione Studentesca “Muoviamoci”, Bryan Mirra (protagonista nella foto copertina di quest’articolo), che ci ha gentilmente concesso l'estratto.
“Reato di scrittura: è così che Antonio Franchini definisce la “colpa” di Giancarlo Siani. La colpa di voler dire la verità a tutti i costi, non tenendo conto delle reazioni possibili. Una colpa che chiunque scriva dovrebbe avere e portare sempre con sé. Sì, per chiunque scriva, anche se non fa il giornalista in senso stretto, Siani dovrebbe essere un modello. E d’altronde, la sua immagine incarnata in un corpo, il suo sguardo incorniciato dagli occhiali e soprattutto il suo slancio vitale con il passare del tempo si sono trasformati in un’icona.” (Tratto da “IL RAGAZZO CHE AMAVA LA VITA”, GIANCARLO SIANI di Raffaele Sardo)
Con tale lettura, quest’ultimo ha personalmente chiarito il suo mirare allo spiegare quale sia stato il ruolo di Siani e come il suo personaggio sia diventato e sia ancora oggi simbolo per tante persone. Inoltre, con la sua testimonianza rilasciata, preziosa per la stesura dell’articolo, ha tenuto a sottolineare cos’ha ricavato ed intendesse secondo la sua personale interpretazione il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Picaro con il suo intervento. Di seguito la testimonianza: “Non esistono eroi di serie A o di serie B. Giancarlo Siani, dipinto dalla cronaca del tempo in maniera superficiale e cinica perché si riteneva scrivesse della criminalità in maniera inconsapevole, era in realtà una persona molto precisa. Secondo la testimonianza di un suo collega giornalista che provava grande stima verso Gabriele, lo si può definire uno dei pochi giornalisti convinto di avere ancora tanto da imparare, in un contesto lavorativo dove i suoi colleghi si sentivano già imparati. Infine, la sua memoria dev'essere considerata ad oggi luce ed aiuto in quel tunnel che porta alla giustizia, alla verità ed alla correttezza dell'informazione .”
L’evento, oltre ad essere stato occasione per inaugurare il nuovo spazio, è funto da vero e proprio momento volto a dare testimonianza di ciò che è stato e ad oggi rappresenta Giancarlo Siani. Nel suo corso si son susseguiti infatti vari interventi. Prima di tutto, i saluti del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” Giovanni Francesco Nicoletti, del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli Raffaele Picaro, del Prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Pierpaolo Bruni, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Napoli Nord Maria Antonietta Troncone e del Questore di Caserta Andrea Grassi. Tra gli interventi invece, moderati dal Giornalista RAI Diego Dionoro, annoveriamo quello di Paolo Siani, fratello di Giancarlo presente in rappresentanza della “Fondazione Giancarlo Siani”, del Procuratore della Repubblica presso la Corte di Appello di Potenza Armando D’Alterio, del Direttore de “Il Mattino” Francesco De Core e di Don Tonino Palmese, Presidente della Fondazione “Pol.i.s.”. Ad essi si aggiungono diversi momenti riservati agli studenti dell’Ateneo, nel corso dei quali si son preoccupati di omaggiare la memoria del giornalista con delle letture. Ad esempio, una studentessa, di nome Miriam Scirocca, ha dato voce a Daniela, fidanzata dell’epoca di Giancarlo, ed alle sue emozioni. Tra i testi, ecco riportato quello letto dallo studente, nonché membro dell’Associazione Studentesca “Muoviamoci”, Bryan Mirra (protagonista nella foto copertina di quest’articolo), che ci ha gentilmente concesso l'estratto.
“Reato di scrittura: è così che Antonio Franchini definisce la “colpa” di Giancarlo Siani. La colpa di voler dire la verità a tutti i costi, non tenendo conto delle reazioni possibili. Una colpa che chiunque scriva dovrebbe avere e portare sempre con sé. Sì, per chiunque scriva, anche se non fa il giornalista in senso stretto, Siani dovrebbe essere un modello. E d’altronde, la sua immagine incarnata in un corpo, il suo sguardo incorniciato dagli occhiali e soprattutto il suo slancio vitale con il passare del tempo si sono trasformati in un’icona.” (Tratto da “IL RAGAZZO CHE AMAVA LA VITA”, GIANCARLO SIANI di Raffaele Sardo)
Con tale lettura, quest’ultimo ha personalmente chiarito il suo mirare allo spiegare quale sia stato il ruolo di Siani e come il suo personaggio sia diventato e sia ancora oggi simbolo per tante persone. Inoltre, con la sua testimonianza rilasciata, preziosa per la stesura dell’articolo, ha tenuto a sottolineare cos’ha ricavato ed intendesse secondo la sua personale interpretazione il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Picaro con il suo intervento. Di seguito la testimonianza: “Non esistono eroi di serie A o di serie B. Giancarlo Siani, dipinto dalla cronaca del tempo in maniera superficiale e cinica perché si riteneva scrivesse della criminalità in maniera inconsapevole, era in realtà una persona molto precisa. Secondo la testimonianza di un suo collega giornalista che provava grande stima verso Gabriele, lo si può definire uno dei pochi giornalisti convinto di avere ancora tanto da imparare, in un contesto lavorativo dove i suoi colleghi si sentivano già imparati. Infine, la sua memoria dev'essere considerata ad oggi luce ed aiuto in quel tunnel che porta alla giustizia, alla verità ed alla correttezza dell'informazione .”
Luciana Gargiulo.