Ogni anno, nella giornata del 25 gennaio, nel paesino di San Prisco si festeggia in memoria di Santa Matrona (nonchè Patrona del paese). La festività, quest'anno però, non è stata vissuta appieno, per mezzo dell'emergenza COVID. L'aspetto religioso della città è stato condotto con grande fede e spiritualità, mentre l'aspetto più paesano e tradizionalistico purtroppo non si è svolto.
Era consuetudine, fino all'anno scorso, passare la mattinata della festività, di solito fino al pranzo, sul monte Tifata, la montagna che domina la visuale del paese, intrisa di storia e colpevolmente sventrata da una cava ora fortunatamente chiusa; alla festività di Santa Matrona è legato il detto "A Santa Matrona a jurnata s’ allonga e n’ora".
La leggenda vuole che Matrona, nobildonna portoghese, spesso descritta come la figlia del Re del Portogallo, affetta da cronici dolori all’addome, sia partita alla volta dell’Italia, alla ricerca di San Prisco apparso in sogno alla giovane. Matrona, ritrovata la sepoltura del martire, guarì miracolosamente e in segno di ringraziamento fece costruire una basilica ad uso martyrion in corrispondenza della tomba di San Prisco; Matrona, sempre secondo la tradizione, dalla piccola comunità tifatina non andò più via dedicando la sua vita alle opere di carità. Da allora la Santa è considerata la protettrice del mal di pancia e molte persone si recano a far visita alla basilica in cerca di una grazia.
Gennaro Iannotta 3B
Liceo Statale "S. Pizzi"
Cronisti di Classe 2021/22