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        Lorenzo Parelli, questo nome riecheggia in tutta Italia , soprattutto nelle scuole, da giorni ormai. Si tratta di un giovane diciottenne la cui vita è stata stroncata a poche ore dalla fine di quella che la “buona scuola” chiama “alternanza scuola lavoro”. Il ragazzo è stato ucciso da una trave molto poco stabile che lo ha travolto in pieno mentre stava semplicemente provando a capire il mondo del lavoro. Quella dell’alternanza è una pratica scolastica prevista anche negli istituti tecnico-professionali, per un totale di 400 ore annue. In questi giorni, questo metodo di inserimento nel mondo del lavoro a favore degli studenti è stato messo sotto accusa per il tragico avvenimento. Le domande sorgono spontanee, cosa ci faceva quella trave (per di più instabile) in quel luogo? E come mai ci sono posti pericolanti nel pieno di attività che mettono a rischio i lavoratori stessi e in questo caso degli studenti ai primi approcci? Le risposte potrebbero anche esserci ma pare che prima debba sempre avvenire una tragedia, una delle tante, una come queste. Nelle ultime 24 ore migliaia di studenti si sono riuniti al centro di Roma, protestando contro chi non tutela queste situazioni. Uno striscione, quello era il simbolo della protesta, su di esso una frase “la vostra scuola uccide, pagherete caro, pagherete tutto”, poco dopo c’è stato l’intervento delle forze dell’ordine con l’intento di placare gli animi. Fare il punto della situazione è relativo, complicato, a tratti inutile, perché ha perso la vita un ragazzo, un ragazzo che non potrà mai tornare indietro. Il tutto per colpa, se così possiamo dire, di chi dovrebbe controllare e monitorare con competenza ed invece lascia prevalere menefreghismo e negligenza.


Alessia Valentino
ITET “Federico II”
Classe 5AI-Sistemi informativi aziendali

Cronisti di Classe 2021/22

 

 

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