palangeErnesto Palange, punto, si, proprio così, punto. Potrebbe bastare anche solo il nome ed il cognome, per dare il senso di un percorso musicale che ha caratterizzato l'intera esistenza del personaggio. Schivo da protagonismo, il cronista è costretto ad una estenuante procedura informatica, pur di carpire, dalla fonte, la genesi di una formazione culturale, votata alla musica, ma, aggiungiamo noi, all'amicizia, sincera, incondizionata, che in più occasioni, è stata testimone attenta di eventi ed avvenimenti, che hanno segnato, in modo indelebile, i momenti più significativi delle manifestazioni musicali e di intrattenimento locale, regionale e nazionale. Però, lo dobbiamo dire, con franchezza, e non c'è ne voglia la carissima Annarita, compagna, moglie ed "accompagnatrice imperterrita" di riguardo, del nostro musicista. Ernesto Palange è uomo che piace, perché è diretto, determinato, ha fascino, non ha mai fatto mistero del suo sex appeal. La musica, però, è il suo DNA. Musicista eclettico, proteso alle novità, sempre alla ricerca di quel filone d'interesse, pur di accontentare tutte le aspettative del "suo" pubblico. Attento e generoso, dall'alto di una anagrafica, di cui ci è stato, praticamente impossibile scoprirne l'età , si, avete capito bene, è un mistero, inviolabile, anche se, nella realtà, non si sogna minimamente di avere rivali, tra i trentenni, i quarantenni ed i cinquantenni. Ha calcato palcoscenici importanti, dando sponda, con le sue sonorità, ad artisti di calibro, da Bruno Martino a Bobby Solo, con insert nelle orchestre di musica leggera e di intrattenimento; l'indimenticabile big band di Adolfo Tronco e, poi, i famosi "Principi", per raggiungere sonorità con la Mad band, di cui facevano parte i fratelli Fusco: Gino e Pino, ed il maestro Carlo Raucci. Le sonorità, ed i ritmi, del sound mediterraneo, sono stati i capisaldi del suo impegno ultimo, prova provata, la Caroson big band, che in un fantasioso carosello di ricordi, ha portato in tour le classiche del saracino partenopeo: Renato Carosone. Il jazz, poi, un amore e niente più, la cui partitura è la colonna sonora degli ultimi tempi e che lo hanno visto esibirsi con veri idoli, come Pietro Conderelli, Antonio Onorato, Gino Izzo, Gianni D'Argenzio, Alberto D'Anna, Augusto Ausanio, Massimiliano Bove e tanti altri. Da non dimenticare, poi, le performance con Andrea Ventriglia, altro maestro capuano, Mario Giacobone ed i fratelli Ciro ed Adriano Guarino, senza dimenticare Antonio Fierro, ma l' elenco sarebbe lunghissimo.
Ernesto Palange è personaggio capuano, e come tale, non poteva mancare nella nostra rassegna, che riscopre la musica, con "I Principi" la cui unica colpa, è stata quella di aver abbandonato il percorso, intrapreso sul crinale degli anni settanta, e che aveva determinato un vincente calibratura con le grandi orchestre romagnole.
Ernesto Palange, bello, di compagnia, gentile, quasi un personaggio della fantasia, ancor oggi, è il riferimento costante, che consiglia e suggerisce, con amabilissima semplicità, gli indirizzi musicali per la riuscita di eventi e manifestazioni, sia di pubblica fruizione, che di privata partecipazione. I suoi "Principi" non sono un ricordo, ma la storia della musica leggera, lui, invece, è sempre attuale, contemporaneo, ma soprattutto un piacione, e meno male che Annarita lo segue dappertutto.
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