Il giorno dedicato a Santo Stefano, all'indomani del Natale, ed il ricordo di una antica tradizione capuana: la fiera suinicola, che si svolgeva a porta Roma. Buona parte del quartiere a nord di Capua si trasformava in un grande mercato all'aperto, dove arrivavano visitatori da ogni parte della Campania e del basso Lazio. Fonti testimoniali rendicontano l'importanza dell'evento, che faceva registrare numerose contrattazioni finalizzate soprattutto alla commercializzazione dei suini ma anche gente festosa, bancarelle imbandite ed il grugnire dei maialini. Il clima era di genuina animosita' con tutta la zona di porta Roma ed i residenti che sapevano dimostrare grande accoglienza. Le origini della fiera risalgono al XII secolo, ed a porta Roma, il borgo di San Terenziano comprendeva tutta l'area tra l'attuale chiesa di San Giuseppe extra-moenia e le localita' di Silvagni e Piglialarmi. È qui che c'era il convento e l'ospedale dei Templari, ed a sud un altro piccolo borgo e una chiesetta dedicata a S.Antonio Abate, dove a maggio era tradizione che gli allevatori ed i cittadini portavano grossi suini per la benedizione. Le notizie relative alla fiera di Santo Stefano svolta nel mese di dicembre risalgono al milleduecento con Carlo II d'Angio', a cui fu salva la vita durante la guerra in Sicilia. Il sovrano al rientro in continente e giunto nella nostra citta', volle concedere a tutti i capuani numerosi privilegi, in particolare delle "franchigie" per i giorni in cui si teneva la fiera. La partecipazione era di anno in anno sempre più numerosa di visitatori tanto che fu necessario individuare una nuova area espositiva, appunto San Giuseppe. La durata della fiera era di nove giorni, quattro prima e cinque dopo la festivita' di Santo Stefano. Altre notizie, invece, risalgono alla metà del millequattrocento, con Alfonso d'Aragona, che volle rinnovare i privilegi ed i benefici sia per l'importanza dell'antichissima fiera che per gli stessi Capuani, che ampliarono l'interesse commerciale estendendo l'esposizione campionaria alle stoffe, ai pellami ed alle terraglie. Nel 1557 gli spagnoli favorirono la continuità della fiera di Santo Stefano perché la popolarità dell'evento continuo' a richiamare visitatori e soprattutto acquirenti da tutta la Campania. Si celebrava una sorte di rito, con intere carovane di mercanti che si posizionavano alle porte della città. Da diversi anni la fiera di Santo Stefano non si ripete piu' in virtù di specifiche normative in ordine alla tutela sanitaria ed alla salvaguardia degli animali. Ricordiamo questa tradizione conservandone la memoria storica e rinnovando ai giovani le antiche tradizioni della città.
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Foglie di Lauro. Il giorno dedicato a Santo Stefano, all'indomani del Natale, ed il ricordo di una antica tradizione capuana: la fiera suinicola
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