Il Rione Boscariello protagonista, e la periferia si trasforma in punto di riferimento per tutta la città. Da qualche tempo, qui, subito dopo la strada ferrata, dove non mancano ricordi e tradizioni, ci sono identità da valorizzare. Esempio pratico di partecipazione attiva e tanta, ma tanta voglia di fare. Ida Di Rauso è parte integrante di una comunità che ha sempre saputo evidenziare la propria storia, anche quando l'assenza di attenzioni avrebbero potuto pregiudicare la crescita omogenea con la restante parte del territorio cittadino. Con lei, Ida, Gianluca Alfano e tanti altri protagonisti de "Il Gelso", nome proprio del comitato che trae le sue origini dalla genesi del quartiere. Così, la cerimonia semplice, ma significativa, annuncia che il rione si è dotato di un defibrillatore, dono dell'associazione volontari "Ferdinando Palasciano" di Capua, rappresentata da Antonio De Cecio, che già da tempo è presente in città e non solo, per sensibilizzare l'uso di uno strumento indispensabile ed in più occasioni salvavita. Il ricordo di Luca De Rosa, giovanissimo concittadino, residente nel rione, deceduto tragicamente in un incidente stradale è stato segnato da una targa commemorativa postata in suo onore alla presenza dei genitori. E c'era il sindaco Adolfo Villani, la vice Marisa Giacobone, che ha animato con competenza e non poca emozione il cerimoniale, l'assessore alla cultura ed agli eventi Vincenzo Corcione, che non si è lasciato sfuggire alcunché della straordinaria storia del Boscariello. Ora si programmano iniziative per il futuro, nel ricordo anche dei Borbone, che tanta attenzione dimostrarono per l'intera area a sedime con la riserva di Carditello. Al Boscariello non passa inosservata l'oasi di Francesca, anche lei giovanissima, passata ai ricordi mai sopiti dal tempo. Gelso Boscariello, dove Ferdinando IV volle ampliare la dipendenza, nonché l'utilizzo per fini produttivi per la fiorente attività agricola, in un territorio che si addiceva in modo eterogeneo soprattutto per le battute di caccia dei nobili regnanti. L' intera area, dunque, fu interessata all’allevamento di bovini ed equini, alla coltivazione di grano, ortaggi e prodotti caseari per eccellenza. L'estensione territoriale della sola pertinenza agricola era stimata su di una superficie di 6.305 moggia capuane, corrispondenti a circa 2000 ettari, dei quali faceva parte il bosco di Carditello. La natura del terreno, con l'essenza acquitrinosa, risultava generosa per le coltivazioni di svariati prodotti e la leggenda narra che durante una delle lavorazioni di formaggio, fu sbagliato il dosaggio di latte ed altri ingredienti che servivano alla sua consistenza e nacque un qualcosa di diverso, particolarmente gradevole al palato, era la mozzarella. La denominazione Gelso Boscariello è legata al gelso bianco, pianta che nasceva in prossimità dei rivoli, fonte di vita per i bozzoli di baco. La regina Maria Carolina, attenta proprio nel controllo del prodotto, favorì la lavorazione alle filande della seta. La vocazione agricola del Boscariello si accentuo, favorendo piantagioni di tabacco, ma ancor più barbabietola da zucchero, patrimonio consolidato di quello che fu lo zuccherificio di Capua. La passeggiata dal Boscariello alla tenuta di Carditello è una esperienza da vivere, prossimamente il programma.