Le antiche tradizioni della città di Capua: la fiera di Santo Stefano. In questo giorno si svolgeva la fiera suinicola e porta Roma si trasformava in un grande mercato all'aperto, dove arrivavano persone da ogni parte della Regione e non solo. Fonti testimoniali rendicontano l'importanza dell'evento, che faceva registrare numerose contrattazioni, finalizzate alla commercializzazione dei suini. Ricordi di gente festosa, bancarelle imbandite, ma soprattutto il continuo grugnire dei veri protagonisti della manifestazione espositiva e commerciale: i maialini. A tutto ciò, le estenuanti contrattazioni, governate dai sensali: gli Ingicco, Antonio Pragliola, giusto per citarne alcuni tra i più esperti. Il clima era di genuina animosita', corroborato da voci e suoni. È Porta Roma, il fulcro di una tra le fiere più antiche del nostro paese, una memoria storica mai sopita dal tempo. Le origini della fiera risalgono al XII secolo, allorquando, nell'attuale zona di fuori Porta Roma, esisteva il borgo di SanTerenziano, che comprendeva l'area tra l'attuale chiesa di San Giuseppe, extra-moenia e le localita' di Silvagni e Piglialarmi. In quella zona vi era il convento e l'ospedale dei Templari. A sud, esisteva un altro piccolo borgo, con una chiesetta dedicata a S.Antonio Abate, davanti alla quale, nel mese di maggio, venivano portati grossi suini per essere benedetti. Le notizie relative alla fiera di Santo Stefano, svolta nel mese di dicembre, invece, fanno eco sin dalla fine del milleduecento. La figura cardine era quella di Carlo II d'Angio', a cui fu salva la vita, dopo essere sopravvissuto alla guerra in Sicilia. Il regnante, al rientro in continente, giunto nella nostra citta', volle concedere a tutti i capuani numerosi privilegi. In particolare, delle "franchigie" per i giorni in cui si teneva la fiera, la cui predominanza commerciale era data proprio dalla vendita dei suini. La partecipazione era imponente, ed in virtù di ciò, si rese necessaria l'indivuazione di una nuova area espositiva: San Giuseppe ed il tenimento portaromano. La durata era di nove giorni, quattro prima e cinque dopo la festivita' di Santo Stefano. Altre notizie, risalgono alla metà del mille quattrocento, con Alfonso d'Aragona, che volle rinnovare i privilegi ed i benefici, sia per l'importanza dell'antichissima fiera e per gli stessi Capuani, quindi si determinò un considerevole ampliamento commerciale, estendendo l'esposizione campionaria alle stoffe, ai pellami, alle terra glie. Nel 1557, gli spagnoli favorirono la continuità della fiera di Santo Stefano, anche perché, la raggiunta popolarità, continuo' a richiamare visitatori e soprattutto acquirenti da tutta la Campania. Si celebrava una sorte di rito, con intere carovane di mercanti che si posizionavano alle porte della città. Da diversi anni la fiera di Santo Stefano non si ripete piu', in virtù di specifiche ed opportune normative in ordine alla tutela sanitaria ed alla salvaguardia degli animali, ma a noi piace qui' ricordarla, conservandone almeno la memoria e rinnovando ai nostri giovani, le antiche tradizioni della città.
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Foglie di Lauro. Le antiche tradizioni della città di Capua: la fiera di Santo Stefano
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