L'esatta denominazione della Cappella che si trova in via Principi Normanni, nel centro antico di Capua, è San Salvatore Minore. Qui si professa una generosa venerazione per la Madonna del monte Carmelo. Sabato 16 luglio, la solenne festività, sostenuta dalla confraternita e da un attivissimo comitato esterno. Per ben due anni la pandemia ha imposto il blocco totale di ogni tipo di cerimonia pubblica, quest'anno, finalmente, torna la processione del simulacro. La sacra effigie, cullata a spalla dagli Accollatori di Capua, alle 18.30, dopo l'intronizzazione, sarà portata nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo per la celebrazione Eucaristica, al termine, sempre gli Accollatori avranno cura del percorso Mariano attraverso le strade principali del centro storico. Al culmine della processione, nella spianata Olivarez ci sarà uno spettacolo piromusicale. La cappella capuana risale ad un periodo compreso tra il decimo e l'undicesimo secolo. I lavori di ristrutturazione e restauro, invece, risultano certificati nel 1164, testimoniati da una epigrafe nell'architrave della porta. Il triduo religioso si conclude con la solenne celebrazione officiata da don Gianni Branco, parroco della Basilica Cattedrale. La congrega della Madonna del Carmine è presieduta da Augusto Ferrara, il comitato esterno da Salvatore Branca. Quest'anno non mancherà il "doppio passo" degli Accollatori che, con impegno, forza fisica e devozione, rappresentano una caratteristica per la città di Capua. La Madonna del Carmelo è una delle devozioni tra le più antiche e più amate dalla cristianità, legata alla storia ed ai valori spirituali dell’Ordine dei frati della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, ovvero Carmelitani. La festa liturgica fu istituita per commemorare l’apparizione del 16 luglio 1251 a San Simone Stock, all’epoca priore generale dell’ordine, durante la quale la Madonna gli consegnò uno scapolare in tessuto, rivelandogli notevoli privilegi connessi al suo culto. Il Monte Carmelo, dove la tradizione afferma che la sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa che si trova nell’Alta Galilea. Fra il 1207 e il 1209, il patriarca latino di Gerusalemme, che allora aveva sede a San Giovanni d’Acri, Alberto di Vercelli, redasse per gli eremiti del Monte Carmelo i primi statuti, la cosiddetta regola primitiva o formula vitae. I Carmelitani non hanno mai riconosciuto a nessuno il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello che vedeva nel profeta Elia uno dei padri della vita monastica. La regola, che prescriveva veglie notturne, digiuno, astinenza, la pratica della povertà e del silenzio, venne approvata il 30 gennaio 1226 da papa Onorio III, con la bolla "Ut vivendi normam". A causa delle incursioni dei saraceni, intorno al 1235, i frati dovettero abbandonare l’Oriente per stabilirsi in Europa e il loro primo convento trovò dimora a Messina, in località Ritiro. Proprio a San Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo e compose per Lei un bellissimo inno, il "Flos Carmeli", la Madonna assicurò che a quanti si fossero spenti indossando lo scapolare, sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio.