Da alcuni giorni si è costituito a Capua il “Comitato Ponte Nuovo”, allo scopo di attenzionare l’opinione pubblica e la classe politica alla chiusura del Ponte Nuovo di Capua. A firma Antonio De Cecio, Tullio Del Pozzo, Renato Gagliardi, Mimmo Ragozzino, Giuseppe Rendina, Franco Fierro, è giunto quindi un invito per mercoledì 9 febbraio 2022 alle ore 18,30 presso i locali della Pro Loco di Capua ad una tavola rotonda.
La situazione di stallo del procedimento tecnico-amministrativo riguardante la ristrutturazione/ ricostruzione del Ponte Nuovo, causa la sua interdizione per molti anni, con lunghi e perduranti ritardi burocratici, è motivo di enormi danni economici e sacrifici per il commercio, i cittadini, i trasporti nazionali ed esteri, per l’economia tutta” . Questo il testo dell’invito rivolto ai rappresentanti dei partiti e liste civiche locali, a cui, però vale la pena aggiungere anche gli otto consiglieri regionali della provincia di Caserta Gennaro Oliviero, Giovanni Zannini, Vincenzo Santangelo, Maria Luigia Iodice, Salvatore Aversano, Gianpiero Zinzi, Alfonso Piscitelli, Massimo Grimaldi, diversi conosciuti a Capua e talvolta bazzicanti da queste parti, altri del tutto lontani dalla vita dall’altera Roma, se non quando le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale si avvicinano. Utile sarebbe anche la presenza del Presidente della Provincia Giorgio Magliocca, la cui esperienza amministrativa potrebbe ben guidare ad uscire dallo stallo che perdura dal 2018. Visto che Capua è punto di passaggio nodale tra l’area sud della provincia e l’area nord, sarebbe il caso che tutti i rappresentanti casertani del Consiglio Regionale si facessero vedere per far proprio questo problema. A latere delle competenze amministrative tra Comune, Provincia Regione, ANAS, la chiusura del Ponte Nuovo rappresenta certamente un nocumento all’economia della provincia, un gravissimo danno ambientale per l’enorme traffico che si crea nella zona di Porta Roma a Capua. La riapertura del Ponte Nuovo è una questione anche morale, perché riguarda la vita di una comunità bloccata da farraginose pastoie burocratiche.