IMG 20240104 WA0003In seguito alle varie iniziative promosse in seno all'Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, l'attivismo continua e, questa volta, vede protagonista il Dipartimento di Scienze Politiche, in particolare l'associazione studentesca “UniVerso Studenti”, l'unica presente sul Dipartimento.
In particolare, l'associazione è stata ospite al Museo Irpino, ex Carcere Borbonico, situato ad Avellino ed ha avuto l'onore di visitare la mostra denominata “Amori di cristallo”, con la guida di Antonio Bergamino, direttore artistico del progetto e fotografo, che ha gentilmente accompagnato ed illustrato le opere ai coinvolti, nonché di Mariolina, donna vittima di violenza e reduce di un'esperienza in una casa rifugio, che ha volontariamente accompagnato i ragazzi e testimoniato loro la sua esperienza. Inoltre, la studentessa presso il Dipartimento di Scienze Politiche, nonché membro attivo dell'associazione studentesca “UniVerso Studenti”, Arianna Carolla ha accolto i suoi colleghi, dopo averli coinvolti ed invitati a vivere questa esperienza ed iniziativa promossa presso il suo territorio di residenza.
Precisamente, il progetto, promosso dalla Provincia di Avellino e dal Museo Irpino, è stato curato dal Comitato “Amori di Cristallo”, il quale aderisce alla campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e di genere “Posto Occupato”, e gode della direzione artistica del fotografo Antonio Bergamino, nonché del coordinamento dello scenografo, pittore, illustratore e professore di scenografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli Gennaro Vallifuoco. In più, necessaria da citare e sottolineare è la collaborazione di Emanuela Sica, curatrice dei testi esposti accanto ad ogni opera, di Alfredo Vella come curatore del progetto di allestimento, di Genny Siesto per il montaggio allestimento, di Maria Rosaria Famoso in quanto responsabile delle relazioni pubbliche ed Antonello Faretra come responsabile della logistica.
Così come indicato nei manifesti esposti all'ingresso della mostra, il progetto “Amori di cristallo” si presenta come un contenitore d'arte, che rifiuta ogni forma di violenza sulle donne, e prevede un percorso caratterizzato da una combinazione di opere e forme d'arte differenti tra loro (pittura, scultura, danza, teatro, fotografia, scrittura ed altro), contaminate dai diversi stili espressivi degli autori che hanno preso parte a questa denuncia, ma legate da un unico e comune filo rosso: attivare le coscienze per liberarle dagli stereotipi e dai tabù, per aiutare a riflettere, rinnegare la violenza e rendere paritario il ruolo della donna nella società. Tra le opere, la foto allegata all'articolo presenta “IL MURO” di Antonio Bergamino. Caratterizzata da 33 fotografie realizzate in stampa digitale fine art ed accompagnata dal sound design curato da Giuseppe Bergamino, mira a dare concretezza alla sensazione del sentirsi prigioniere in gabbie di cristallo, trasparenti perché parte di un mondo sordo alle richieste di aiuto. In più, un ulteriore messaggio, celato e non meno rilevante, è che la violenza sia trasversale. In particolare, quest'ultimo è tramandato e racchiuso nella scelta dei personaggi fotografati, cioè donne appartenenti a culture e classi sociali differenti o originarie di paesi differenti, ma legate da un unico comune denominatore, quale la violenza subita ed il dramma vissuto. Il percorso prosegue con altre ben 20 opere, tra cui “OMAGGIO A MICHELA MURGIA” di Gennaro Vallifuoco, celebrazione alla lotta delle donne e denuncia al patriarcato, e “OGGETTI DI ORDINARIA FOLLIA”, 18 fotografie di oggetti comuni ed ordinari, i quali son divenuti strumento di violenza e terrore.
Per quanto riguarda gli eventi che vedono tale progetto protagonista, annoveriamo sicuramente l'appuntamento fissato per il 5 gennaio, dalle ore 18:30 alle 19:30, presso il Teatro “99 Posti” e con ingresso libero. Tale ultimo incontro, intitolato “La terribile illusione di essere amata”, è esplicato dalla seguente descrizione: “Spesso la vittima della violenza di genere resta ingabbiata tra il chiacchiericcio dei media, il giudizio delle persone e i suoi stessi sensi di colpa. Per rompere le sbarre di questa prigione non basta una generazione nuova, serve una nuova umanità”.
Concludo riportando le parole rilasciate dalla studentessa sopracitata Arianna Carolla sul tema: “La battaglia di ogni singola donna non deve essere mai individuale. Tutte e tutti siamo tenuti ad essere portavoce di coloro che ogni giorno combattono in trincea contro il patriarcato e le sue conseguenze. Credo, a tal proposito, che in questa lotta sia fondamentale l'informazione, indirizzata a qualsiasi fascia d'età ed alimentata dal canale della scoperta. L'arte ci ha aiutati a scoprire la distanza reale che c'è tra chi chiede aiuto e chi fa l’impossibile per tapparti la bocca. Faremo per sempre tesoro di questa esperienza, resa indelebile dalle testimonianze e con la promessa di essere promotori di qualcosa che potrà essere importante”.
 
Luciana Gargiulo.
 
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