L'immediato dopoguerra rese protagonisti molti concittadini che volevano lasciare nei meandri dei ricordi gli episodi che si erano verificati a Capua, ancora incredula dal bombardamento aereo del nove settembre del quarantatre. I primi anni passarono inesorabilmente, i ricordi no, quelli restarono nel cuore di tutti. La laboriosa attività di molti capuani incomincio' a far registrare discrete iniziative imprenditoriali, destinate a dare un contributo al rilancio socio economico della città. Siamo nel 1950, la ricostruzione del centro storico era a buon punto ma il percorso da seguire per riacquistare normalità era ancora lungo e funestato da insidie e difficoltà. Poche le risorse disponibili ma Gaetano Giacobone non si arrese quando si trovo' di fronte agli ostacoli sia burocratici che economici. Il suo sogno doveva trasformarsi in realtà, voleva a tutti i costi realizzare un punto di aggregazione dove i suoi concittadini potevano incontrarsi, gustare le sue prelibatezze, sorseggiare un buon caffe e sperare in un futuro migliore. Il periodo, dicevamo, non era dei migliori ma arrendersi non sarebbe stata la soluzione, anzi, un certosino lavoro riuscì a portare a compimento un locale semplice e accogliente, fornito del necessario all'inizio, per poi arricchirsi sempre più di prodotti nuovi e genuini. Gaetano Giacobone, che il 2 febbraio del 1949 aveva coronato il sogno d'amore con l'adorata Candida convogliando a nozze nella chiesa Madre di Pignataro Maggiore (foto in evidenza), sapeva bene ciò che voleva, nella sua mente non c'era un traguardo ma una strada lunga e generosa, foriera di successi ed apprezzamenti e con lui, sempre al suo fianco, l'adorata moglie Candida. Passione e determinazione in pochi anni fecero si che il bar Giacobone diventasse tra i più rinomati della città di Capua, anche perché i locali offrivano la possibilità di ammirare la meravigliosa riviera sul Volturno, che da li a poco si sarebbe arricchita con la statua marmorea del Cuore di Gesu', fermamente voluta da don Umberto d'Aquino. Gaetano era generoso e solidale, in occasione delle piene del fiume, soprattutto quella del 1968, tenne aperto il bar per svariate notti, ospitando i suoi concittadini sfollati, perché tutta la zona di Santa Caterina venne coinvolta dalla tracimazione del Volturno. Da quel lontano 1950 passarono inesorabilmente venticinque anni, fino al 1975, quando subentra nella gestione del bar, Diego, il figlio ( foto a lato), indimenticabile amico e manager nel pugilato, diversi campioni fecero parte della sua colonia. Anche Diego era sostenuto ed incoraggiato dalla cara moglie Lena. Entrambi predilirono innovazione e cambiamenti, che non tardano a raccogliere risultati straordinari sia nella pasticceria che con la rinomata gelateria artigianale. Ancor oggi si ricorda il gelato al gusto di "nocciola". Il bar Giacobone e' in fase di restilyng, i lavori proseguono speditamente grazie alle maestranze di Carmine Zenga, marito di Marisa, che con la sorella Candida (foto in basso), nel segno della continuità e sostenute dalla storia familiare, vogliono donare alla nostra città un locale nuovo ed innovativo, che, sicuramente, saprà ripercorrere con la modernità dei tempi le ultime proposte offerte dal mercato settoriale, proposte da offrire alla clientela non solo capuana ma anche del circondario. Il taglio del nastro inaugurale non è lontano, la data è fissata per sabato prossimo 18 febbraio. Sarà festa, perché quando inizia una nuova attività è sempre un motivo in più per sperare in un futuro migliore.
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Foglie di Lauro. Bar Giacobone: la storia dal dopoguerra ad oggi
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