Lo vogliamo ricordare cosi, con la sua uniforme, che indossava con orgoglio ed autorevolezza, vicino alle sue pizze, che preparata con amore, passione ed una preparazione unica, quasi maniacale. Gli avevo chiesto informazioni sul settore, le variegate sfaccettature di un mondo sconosciuto, in un ambito che da poco aveva ricevuto la certificazione di patrimonio Unesco. La sua disponibilità era disarmante, semplice nei rapporti interpersonali e che mi aveva subito messo in una posizione di grande serenità, non avendo cosi alcuna remora nel chiedere cose che, forse per lui, sembravano scontate. Probabilmente la chiave di lettura di quel rapporto umano, trasformatosi poi in amicizia, era dovuto alla comune genesi, entrambi capuani, tutti e due profondamente innamorati di una città unica ma caratterizzata da mille contraddizioni, di cui parlavamo spesso, auspicando un futuro diverso, alla pari di quella storia che ne narrava le meravigliose gesta, auspicando un recupero di quella identità da tempo dispersa nei meandri di tante chiacchiere e pochi fatti. Lui, però, si era fatto strada, conseguendo con non pochi sacrifici il titolo di "maestro" pizzaiuolo napoletano. Giovanni Valletta è andato via in punta di piedi, lasciando sgomenti quanti hanno avuto il piacere di conoscere la sua umanita, la grande disponibilità nel formare professionalmente tantissimi giovani, ma soprattutto in quel legame indissolubile con la sua terra natia. Giovanni Valletta era un "pizzaiuolo stellato" ed i galloni li aveva guadagnati sul campo, vicino al banco per l'impasto ed a quel forno che con fierezza governava. Lui aveva intrapreso la professione proprio a Capua, da Eugenio Romano, rinunciato per quel lavoro anche allo stipendio sicuro, al posto fisso in un impiego statale. La famiglia ed il lavoro erano il suo patrimonio indissolubile. Il 15 Gennaio del 2019 avevamo celebrato la sua nomina a "Pizzaiuolo Stellato", titolo che gli permise di raggiungere l'apice del successo, conseguito con meriti ma anche perché acqua e farina erano le componenti del suo dna, tipicamente familiare, nonno Giovanni era panettiere ben conosciuto nella nostra città. Giovanni Valletta era il primo di cinque figli, mamma votata alla famiglia e papà dipendente della Difesa. La storia sua nel settore della ristorazione ebbe inizio nel bar ristorante e pizzeria della famiglia Romano, i ricordi con Eugenio e della moglie risultano indelebili, le indimenticabili cene in quel sito che animava la piazza Medaglie d'oro. Ironia della sorte, ma forse un segno premonitore, Giovanni si ritrova proprio in quei locali ad armeggiare con la pala, ad infornare pizze governandole con impasti e condimento. Si appassiona, guarda in avanti e conquista consensi da parte dei clienti, ma il cuore è per Assunta, che lavorava in cucina. Il matrimonio, i figli Ciro e Laura, entrambi pizzaioli. L'intera famiglia si trasferisce a Novara, partecipa ai corsi di Istruttore Pizzaiolo, diretto da Luigi Ricchezza di Grandi Molini Italiani e si specializza sui diversi tipi di impasto. Giovanni Valletta utilizza farina di tipo 2, macinata a pietra, con una specialità tutta personale, con base bianca, fior di latte, culatello, stracciatella di bufala, pomodori secchi e basilico. Una vera bontà che gli permette di entrare nella classifica di Dissapore, tra le prime tredici pizzerie consigliate a Milano e provincia. A Galliate gestiva una bella realtà, lascia un vuoto incolmabile e la nostra vicinanza non può essere che per l'adorata moglie, i figli, il nipotino ed i parenti tutti, in particolare per il caro Wlady che lo ha seguito nei consigli e che oggi raccoglie i frutti di tanti insegnamenti.
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Foglie di Lauro. Giovanni Valletta il "maestro pizzaiolo" napoletano. Un ricordo indissolubile
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